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Terminator Salvation

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Quarto capitolo della saga Terminator ma stavolta senza numero progressivo perché si stacca dai primi tre, perché non c’è più un terminator e non c’è più Arnold Schwarzenegger che ora sta facendo il governatore della California, soprannominato governator da terminator. Non ci sono più neanche i produttori Vajna e Kassar che avevano acquisito tutti i diritti del franchising, sfilandoli al creatore James Cameron, e ora li avevano venduti a The Halcyion Company. Il film è del 2009 a sei anni di distanza dal precedente di cui avrebbe dovuto continuare il plot, ma ancora una volta passa di mano in mano, cambiano le visioni produttive e viene più volte riscritta la sceneggiatura, che alla fine, nonostante il contributo di diversi, porta solo la firma di John Brancato e Michael Ferris, autori del 3°.

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«Ero un muratore, costruivo case. Non ho mai voluto recitare. Quando avevo diciannove anni mi sono messo con una ragazza che doveva fare un’audizione per la Premier Drama School. Ho fatto il provino con lei per farle da supporto morale, per tirarla un po’ su. Io venni preso, lei no… non è grandioso l’amore? Mi ha lasciato una settimana dopo!» Nella copertina di GQ che lo ha proclamato Man of the Year nel 2009.

Il progetto finale si stacca dalla trilogia precedente e si propone come l’inizio di una nuova trilogia che riscrive lo scenario e i personaggi. Mentre i film precedenti si basavano sui viaggi temporali del terminator e del suo rivale, questo nuovo progetto si basa su un’unica linea temporale, collocata nell’immediato futuro, l’anno 2018 (che per noi, oggi, è già il passato) e su un inedito punto di vista: quello dei combattenti in un futuro da cui finora avevamo solo visto arrivare amici e nemici. Si apre con un antefatto collocato nel 2003 in cui a un condannato a morte viene offerta la possibilità di donare il suo corpo alla scienza, nello specifico alla Cyberdyne Systems, di cui sappiamo che sta progettando lo Skynet col quale le macchine prenderanno il sopravvento. Il condannato è Marcus Wright, interpretato da Sam Worthington, un attore australiano semi sconosciuto che però ha appena finito di girare da protagonista “Avatar” di James Cameron, che uscirà lo stesso anno e che, sono parole sue, “gli ha cambiato la vita”. Prima di “Avatar” era arrivato a essere un senzatetto che viveva in un’automobile acquistata per duemila dollari, tutto quello che aveva ricavato vendendo i suoi beni. Fu lo stesso Cameron a parlarne al nuovo regista, McG, quando questi volle incontrare il vero autore del terminator per chiedergli suggerimenti e consigli.

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Helena Bonham Carter e Tim Burton

Nell’antefatto la dottoressa che gli propone l’affare è interpretata da Helena Bonham Carter, che accetta di girare il cameo solo per far piacere al suo compagno, il regista Tim Burton, che era un fan di Terminator. Nel film, l’anno dopo in cui l’ergastolano dona il suo corpo alla sperimentazione, Skynet viene attivato e il sistema, riconoscendo negli esseri umani un nemico, scatena il conflitto nucleare che porta al presente narrativo, il 2018. Il film si inquadra così nel genere post-apocalittico e survivalistico. Marcus Wright si risveglia, redivivo, in un mondo che non riconosce e senza neanche avere coscienza di cosa gli è successo, perché evidentemente non era stato ancora attivato, però si dimostra subito un forte e impavido distruttore di macchine. Nel suo vagare fra le rovine di Los Angeles incontra un giovane esperto in sopravvivenza, Kyle Reese. Su un altro piano narrativo John Connor, militarmente inquadrato nell’esercito combattente, si porta dietro l’aura della leggenda che si è sparsa sul suo conto ma deve ancora obbedire agli ordini dei suoi più alti in grado; ha una moglie visibilmente incinta, e dunque si suppone che la sua prole avrà un ruolo nei due sequel programmati, e ora, dopo che ha saputo che le macchine vogliono uccidere lui ma anche uno sconosciuto ragazzo di nome Kyle Reese, si mette sulla sua ricerca.

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In un film dove non è più protagonista il T-800 di Arnold Scwarzenegger è tutto uno spettacolare susseguirsi di diverse macchine stermina umani: vediamo all’azione gli obsoleti T-600 con scheletro esposto e i T-700 con pelle di gomma, e in volo una versione più piccola degli Hunter-Killer dei film precedenti, gli Aerostati, capaci di inviare un segnale radio agli Harvester, umanoidi di 18 metri, che essendo però molto lenti, hanno in dotazione incastonati nelle gambe dei Moto-Terminator che corrono a catturare gli umani; ma la vera chicca è l’Hydrobot, sorta di robot che si muove nell’acqua come un’anguilla assassina. Insomma, le macchine dominano tre elementi, terra aria e acqua, e non temono neanche l’ultimo, il fuoco. Ma gli umani scoprono che il loro punto debole è proprio il segnale radio attraverso il quale comunicano fra loro e ricevono ordini dal sistema centrale: basta spegnerlo per metterli al tappeto.

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Roland Kickinger

In questo affollarsi di macchine rivediamo in una movimentata sequenza il volto di Schwarzy – non accreditato – ricostruito con la computer grafica sul culturista, austriaco anche lui, Roland Kickinger; e altrettanto non accreditata c’è la voce di Linda Hamilton-Sarah Connor che il figlio John ascolta da audiocassette. John Connor è Chistian Bale, star con la più interessante carriera di ex attore bambino, e il suo coinvolgimento nel progetto è stato determinante, grazie anche al regista McG che non temeva di lavorare in collegialità. Egli aveva per primo cercato di coivolgere Bale – al momento impegnato sul set del secondo capitolo del Batman di Christopher Nolan, “Il Cavaliere Oscuro” – offrendogli il ruolo di Marcus Wright; ma l’attore, che prima di firmare ha rifiutato per tre volte, era più interessato al ruolo di John Connor, così il ruolo ebbe uno sviluppo più ampio nella sceneggiatura. Bale, pur essendo un fan di Terminator, fu convinto ad accettare solo quando il regista gli assicurò che la storia si sarebbe sviluppata sui personaggi e non sugli effetti speciali: e così è, in un film pur assai spettacolare sul piano effettistico, i personaggi sono molto ben delineati e il loro lato umano ed emozionale sono parte essenziale del racconto. Christian Bale, insieme al regista e all’altro interprete Sam Worthington, lavorarono d’amore e d’accordo sulla sceneggiatura, e poi passò insieme a lui intere giornate lavorative in sala montaggio per contribuire al prodotto finito.

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Nel ruolo del giovane Kyle Reese c’è Anton Yelchin, nato a Leningrado da una coppia di pattinatori russi che hanno richiesto asilo politico agli Stati Uniti lo stesso anno della sua nascita. Anche per lui, come per Sam Worthington è un momento di svolta: già premiato con il Young Artist Award, è ora scritturato in due film importanti con ruoli importanti, e insieme a questo Terminator interpreta anche Pavel Chekov in “Star Trek” e si avvierà a una carriera importante, tragicamente interrotta nel 2016: è stato ritrovato morto, col corpo incastrato tra la sua automobile e una cassetta della posta in mattoni, all’esterno della sua villa, la cui strada è in forte pendenza, e al momento del ritrovamento il motore dell’auto era ancora acceso e il cambio, che evidentemente ha ceduto, in folle.

Bryce Dallas Howard e Moon Boodgood

Ma il cast di primordine non finisce qui. Bryce Dallas Howard interpreta la moglie di John Connor; come pilota della Resistenza e momento romantico per Marcus Wright, c’è Moon Bloodgood, in quegli anni inserita dalla rivista Maxim fra le donne più sexy e poi, inanellando ruoli più da comprimaria che da protagonista, porterà avanti una bella carriera fra cinema e tv; il rapper spirituale Common che si è dato brillantemente anche al cinema come caratterista, interpreta il braccio destro di John Connor; altri caratteristi di lusso: Michael Ironside che è il generale al comando della resistenza, e Jane Alexander come anziana leader di un gruppo di sopravvissuti. Alla regia c’è Joseph McGinty Nichol, che abbreviato in McG sembra una di quelle sigle dietro cui palpita il cuore di un cyborg; ha cominciato come produttore e regista di videoclip musicali ed è anche regista di pubblicità di successo; il suo primo film è “Charlie’s Angels” cui seguirà “Charlie’s Angels, più che mai”, film di azione poco graditi alla critica ma molto apprezzati dal pubblico. Anche questo suo “Terminator Salvation” non piace ai critici: “Un tizio muore, si ritrova resuscitato, incontra altri, combatte. Ciò prosegue per quasi due ore”, è anche definito “prevedibile” e con “elementi drammatici che si appiattiscono”, l’interpretazione di Bale è “unidimensionale” ma i suoi co-protagonisti fanno di meglio, con Worthington che aveva “un’intensità silenziosa guastata solo quando urla ‘Nooooo!’ per tre volte in circa 10 minuti”; e ancora: “Il desiderio di Bale di interpretare John Connor è stato probabilmente il colpo più fatale al film, ha completamente distorto la forma della storia così com’è esistita.” ma c’è anche chi scrive: “la storia di Terminator si ricarica con una scossa di energia post-apocalittica. Frenetico e pieno di benvenuti legami col passato, apre anche nuove strade a proposito.” Arnold Schwarzenegger, protagonista dei precedenti tre film della serie, inizialmente fu generoso e definì “Terminator Salvation” “un grande film”, salvo poi ribaltare questa posizione e dire che era “orribile” e “un’occasione persa”. James Cameron lo considerò un “film interessante” che “non ho odiato tanto quanto avrei pensato”, e lodando l’interpretazione del suo pupillo Sam Worthington, disse anche che i suoi due film erano migliori di entrambi i successivi. Linda Hamilton, aveva augurato al film “il meglio” ma disse pure che la serie “era perfetta con due film. Era un cerchio completo, ed era abbastanza di per sé. Ma ci saranno sempre quelli che cercheranno di mungere la mucca”. Come sappiamo, il film non generò i due sequel previsti e rimane come un esperimento unico in tutta la serie, e non è da buttar via, a mio avviso.

Come curiosità c’è da riferire che durante le riprese, Christian Bale si arrabbiò con il direttore della fotografia per avere camminato sul set mentre giravano una scena; imprecò e urlò e si arrabbiò talmente che minacciò pure di lasciare il film. L’audio della filippica di Bale trapelò al pubblico e divenne virale. Bale si scusò poi pubblicamente. Ma la frittata era fatta Il compositore Lucian Piane creò un remix dance satirico dall’audio dell’incidente intitolato “Bale Out”. Per sorridere un po’.

Warning! James Cameron will be back!

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