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Old Man & the Gun – in tv

82 anni quando il film è uscito, nel 2018, Robert Redford porta in giro le sue rughe come una mappa della sua vita: “Bisogna mostrare la vita sul proprio volto, come è giusto che sia, perché essere anziani, ha il suo fascino. Mi guardo in giro e vedo persone ossessionate dall’età e dalle apparenze. Sono impressionato da quante persone rifatte ci siano in giro: persone senza volto, senza espressione, che rinunciano a mostrare la loro vita”.

E presta questa maschera che sembra di terracotta a un personaggio veramente esistito: Forest Tucker, un vecchio criminale, rapinatore seriale di banche, nonché artista delle evasioni: nel film ne vengono recensite ben 16. Un criminale gentiluomo che, nonostante vittime e testimoni lo raccontino come un vecchio con la pistola, non ha mai sparato un colpo e mai fatto del male a nessuno, perché la pistola è solo per impressionare i rapinandi, che restano pure impressionati dalla sua cortesia.

Diretto con grazia da David Lowery, siamo lontani dalle rapine spettacolari che hanno fatto la storia del cinema di genere: il vecchio gentiluomo, coi due altrettanto vecchi soci, Danny Glover e Tom Waits, si accontentano di poco, quanto basta per tirare avanti fino alla prossima rapina e senza tirarsi addosso troppa attenzione da parte delle forze dell’ordine: sono decenni che vanno avanti così, se non fosse che gli ultimi colpi hanno incuriosito un giovane detective interpretato dal fratello stazzonato di Ben Affleck, Casey, che da bravo segugio in carriera si mette a fiutare le loro tracce in un film che ha l’andamento lento e coinvolgente di una di quelle ballate country che raccontano gli eroi di un west che non c’è più. Ha anche il passo cauto e rilassato del suo vecchio protagonista, che trova anche il tempo di fare il piacione con un’anziana vedova che ha il volto altrettanto segnato dal tempo di Sissy Spacek, star degli anni ’70 e ’80, arrivata alla fama con “Carrie, lo sguardo di Satana” (1976) di Brian De Palma e subito divenuta attrice di culto, e vederli qui duettare ha il gusto di un ingannevole dejà vu, perché i due non hanno mai lavorato insieme, nonostante 50 anni di reciproca conoscenza: tutto il film è pervaso da questo senso di nostalgia, che si acuisce quando nelle immagini “di repertorio” vediamo una serie di ritratti del giovane bandito Redford così come il cinema lo ha consegnato alla nostra memoria, e riconosciamo “A piedi nudi nel parco” come anche “Butch Cassidy” e “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo”.

Nel 2016, al compiere dei suoi 80 anni, Robert Redford aveva annunciato il ritiro dalle scene, almeno come attore. Poi nel 2017 torna a recitare accanto alla sua amica Jane Fonda in “Le nostre anime di notte”. E nel 2018 si appassiona al progetto di questo vecchio con la pistola. Nel 2019 si lascia tentare ed entra nel cast del kolossal fantasy “Avengers: Endgame” e i registi, Joe e Anthony Russo, dicono che non è escluso che Redford ci ripensi un’altra volta. E una notizia ancora più recente conferma che sarà nel cast della seconda serie del televisivo “Watchmen”, dai fumetti omonimi, in cui in una realtà distopica Nixon è ancora presidente degli Stati Uniti senza più limiti di mandato, avendo fatto uccidere i giornalisti Bernstein e Woodward che volevano incastrarlo col caso Watergate. Robert Redford, interpretando se stesso, succederà alla morte di Nixon e sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti, democratico come è il suo reale impegno politico, in un mondo fantasy in cui non c’è traccia del conservatore Ronald Reagan. Robert Redford come presidente che vorremmo, questo sì un bel ruolo con cui dare l’addio alle scene.