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Terminator Genisys – James Cameron is back

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2015, siamo al numero 5, che in realtà è il 3° di James Cameron, il papà del cyborg più famoso del mondo. Sono passati 24 anni dal suo secondo terminator, una generazione intera è cresciuta con altri miti cinematografici, gli X-Men, gli Avengers, e le pallide repliche di un fenomeno che ha avuto senso solo nella sua epoca, veicolato da una star del culturismo che nel frattempo ha lasciato il cinema per darsi alla politica, diventando governatore della California; un fenomeno che ha imposto nella cinematografia il nome di James Cameron che si farà onore con clamorosi blockbusters.

Come spesso accade, la casa di produzione che deteneva i diritti di Terminator, fallì, e finalmente Cameron, dopo i soliti svariati passaggi di mano, riesce a riprendersi il suo terminator e si arriva a questa nuova produzione di cui però l’autore non sarà produttore né sceneggiatore e neanche regista, benché tutto proceda col suo beneplacito e controllo del pacchetto. “Terminator Genesys” asfalta i due precedenti capitoli e torna al secondo di cui si propone come reboot: sono uguali l’epoca, le circostanze e i personaggi, ma complica la trama di ulteriori viaggi temporali e realtà parallele che mettono a dura prova l’attenzione dello spettatore. I vecchi fan sono delusi e i nuovi fan… beh non ci sono nuovi fan. Il film, anch’esso come i precedenti immaginato come il primo di una trilogia, non avrà un seguito perché al botteghino è andato malissimo, oltre a essere stato stroncato dalla critica. Così la stampa: “Terminator Genisys cerca di spremere il sangue da un cadavere, viene fuori come il peggiore di tutti i risultati”; “Spende metà del suo tempo a mostrare dei personaggi cyborg impossibili da uccidere che vengono colpiti per poi guarire prontamente e l’altra metà nel cercare di spiegare una trama che riscrive l’intera serie.” e “Sono solo affari, e affari smorti”.

Dirige Alan Taylor, molto attivo in tv, il cui film precedente è il successo “Thor: the Dark World” ma che dopo questo terminator non ha diretto altri film. Arnold Schwarzenegger, che nel frattempo ha concluso la sua esperienza politica, torna a riprendersi il suo ruolo e lo vediamo in tutte le salse: invecchiato (dato che la pelle umana che ricopre il cyborg naturalmente invecchia, gran bella trovata per allungare la vita cinematografica di Schwarzy-Terminator), ringiovanito con la computer grafica e addirittura in lotta con se stesso, ovvero due terminator che indossano la sua faccia: un film a servizio della star che ha contribuito a creare il fenomeno.

Terminator: Genisys Split - H 2015
Arnold Schwarzenegger giovane ricostruito sulla controfigura Brett Azar
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Scwarzy-Terminator invecchiato come è lui nella realtà

Sarah Connor è stavolta interpretata da Emilia Clarke – star di “Il Trono di Spade” dove è Daenerys Targaryen la Khaleesi Madre dei Draghi – che subito, all’insuccesso del film, ha dichiarato che non avrebbe partecipato ai sequel. Condivide il film, da protagonista, con Jai Courtney – diventato famoso come il gladiatore Varro nella serie tv “Spartacus” – qui nell’ambito ruolo di Kyle Reese. John Connor, che spedisce nel passato Kyle affinché diventi suo padre, è interpretato da Jason Clarke (nessuna parentela con Emilia Clarke) arrivato alla fama con la serie tv “Brotherood – Legami di Sangue” e il cui personaggio subisce un profondo restyling, facendolo diventare il cattivo, perché infettato con il nano-terminator T-3000 da Skynet, che in questo film vediamo in sembianze umane, interpretato da Matt Smith, star del televisivo “Doctor Who”. Il sudcoreano Lee Byung-hun è l’immancabile T-1000 e in ruoli secondari ci sono J. K. Simmons e Courtney B. Vance.

Mi rimane da dire che il film mi sembra un peccato di orgoglio. Lo stesso James Cameroon aveva dichiarato che il ciclo naturale del terminator si era concluso coi suoi primi due film, e questo tardivo fallimentare ritorno su un personaggio caro, e vincente, equivale a un riappropriarsi della creatura. Una creatura che aveva dato il meglio di sé già tanti anni prima e che non andava resuscitata. Ma errare è umano e perseverare è demoniaco: ci sarà un altro Terminator, Destino Oscuro: un sottotitolo che è già un programma?

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