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Terminator 2, il Giorno del Giudizio

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1991. Sono passati ben 7 anni dal primo “Terminator”, che è un’eternità nell’industria cinematografica, ma sono 7 anni ben spiegati. Terminator è stato la scommessa produttiva di un regista che non aveva nulla da perdere, che veniva dal fallimento di “Piraña paura” e che poteva contare solo sulla sua passione per la fantascienza e le capacità tecniche acquisite nel gruppo di lavoro di Roger Corman; dunque non era previsto un sequel, già riuscire a realizzare il film era la sospirata meta.

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Ovviamente dato il clamoroso successo se ne parlò, ma Cameron decise di attendere perché sapeva che da lì a poco gli sviluppi degli effetti speciali avrebbero subito una poderosa accelerazione: già nel creare il primo Terminator si era ipotizzato di farlo di metallo liquido ma l’opzione fu accantonata perché non esistevano gli effetti adeguati, e si dovette ancora ricorrere sia al passo uno che alle ricostruzioni meccaniche in lattice del volto danneggiato del cyborg. Nel frattempo il regista aveva diretto “Aliens, Scontro Finale” (1986) e “The Abyss” (1989), entrambi grossi successi: era ormai un regista assurto nell’olimpo dei grandi e potenzialmente ora poteva fare quello che voleva. Nel frattempo ha anche divorziato dalla produttrice Gale Anne Hurd che da innamorata aveva creduto in lui e rischiato insieme a lui, ma sono rimasti in buoni rapporti, tanto che lei è ancora fra i produttori di questo secondo capitolo; James Cameron ha sposato la regista Kathryn Bigelow, che in quello stesso anno, il 1991, raccoglie il successo di “Point Break” prodotto proprio dal suo marito: si piazza al 26° posto del box office mentre “Terminator 2” si piazza al primo. E qui di seguito una breve carrellata sui successi di quell’anno che sono rimasti impressi nella memoria collettiva: “Il Silenzio degli Innocenti” è al 4° posto, “Balla coi Lupi” al 6°, “La Carica dei 101” al 17°, “Thelma e Louise” al 25°, “Il Padrino, parte III” al 31°.

In apertura il film ripropone le sequenze iniziali del primo film, rivedute e aggiornate. Arnold Schwarzenegger è lo stesso cyborg, il T-800 che, come scopriremo, è stato catturato dai combattenti umani del 2029 e riconvertito alla loro causa, mandato nel passato, che stavolta è il 1995 (quattro anni avanti al tempo reale) a proteggere il giovane John, il futuro capo della resistenza concepito alla fine del primo film da Sarah Connor con il combattente venuto dal futuro Kyle Reese. Il ragazzo è un teppistello decenne dato in affido perché sua madre, che vaneggia di viaggiatori dal futuro, terminator e guerre nucleari, è rinchiusa in un manicomio criminale, ma nei primi anni di vita del ragazzo lo ha addestrato al combattimento e alla sopravvivenza, consapevole di quale sarebbe stato il suo futuro. Lei stessa si è trasformata da imbelle cameriera in un dura combattente e presto lo dimostrerà evadendo dal manicomio. Insieme al T-800 arriva dal futuro il nuovo cattivo, il nuovo modello T-1000 fatto di metallo liquido, che può assumere qualsiasi forma e quindi molto spettacolare e molto molto pericoloso, perché alla potenza militare aggiunge la capacità di inganno e trasformazione.

Il film spinge su spettacolari scene catastrofiche collocandosi di diritto nel genere apocalittico, mantenendo la sua originaria vena ironica che riesce a rimanere in sottotraccia, senza farsi troppo preponderante come ormai accade in tanti film di azione, che se spingono troppo in commedia diventano, a mio avviso, giocattoloni per adolescenti di tutte le età. Ma è anche un film drammatico che indaga i sentimenti dei personaggi, primo fra tutti la tormentata Sarah Connor, portatrice di dolore materno, tragica consapevolezza degli eventi, e fragilità emotiva mista a muscolare determinatezza: un equilibrio di spunti magistralmente elaborati da Cameron insieme al co-sceneggiatore Bill Wisher, e molto ben resi da Linda Hamilton, dalle scene in manicomio alle battaglie, passando per uno spettacolare incubo in cui vede Los Angeles distrutta da un fungo atomico.

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Le due gemelle Hamilton

Sull’attrice c’è da dire che soffre di disturbo bipolare e proprio in quegli anni rese pubblico il suo disagio per sensibilizzare l’opinione pubblica e incrementare la ricerca scientifica; resta anche da dire che ha una gemella identica utilizzata come sua controfigura nei due film che ha interpretato. Nel 1997, in ritardo sui tempi di lavorazione dei film, sposerà James Cameron (che nel frattempo ha divorziato anche da Kathryn Bigelow) e due anni dopo chiederà il divorzio perché lui non si sa tenere i pantaloni abbottonati e sul set di “Titanic” ha avuto una relazione con Suzy Amis, ex modella, oggi anche ex attrice, e al momento ancora moglie del nostro eroe, grande autore cinematografico e intrepido tombeur de femmes.

Risultato immagine per robert patrick t-1000

Per interpretare il sofisticato T-1000, Cameron voleva trovare un attore che creasse un buon contrasto con Schwarzy: “Se la serie 800 era una sorta di Panzer umano, allora la serie 1000 doveva essere una Porsche.” Lo trovò in Robert Patrick, che come lui veniva dalla scuderia di Roger Corman, un attore dallo sguardo azzurro gelido e dal fisico ben tornito ma leggero. L’attore aveva all’attivo solo tre film di serie B prodotti da Corman e questo fu e rimarrà il suo ruolo più celebre in una carriera lunga e proficua di caratterista in cinema e tv; proprio in tv avrà un altro ruolo di rilievo quando sarà protagonista di due stagioni di “X-Files” in sostituzione di David Duchovny che non voleva più partecipare alla serie.

Edward Furlong sul set del film e poi da adulto in un’aula di tribunale

Il giovane John Connor è il debuttante tredicenne Edward Furlong (che nel film ha solo dieci anni) e verrà premiato con il Saturn Award e l’MTV Movie Award. Il ragazzo intraprende subito una brillante carriera con ruoli importanti, scegliendo produzioni indipendenti nelle quali si trova più a suo agio per crescere artisticamente, e crescendo si conferma con una faccia da teppista che caratterizzerà i suoi personaggi futuri; purtroppo farà anche abuso di alcol e droga, e questo gli creerà problemi personali e giudiziari che rallenteranno il resto della sua carriera. Firmerà per riprendere il suo personaggio nel successivo Terminator ma proprio a causa dei suoi problemi di tossicodipendenza la produzione rescisse il contratto.

Con questo secondo Terminator, James Cameron ha messo d’accordo pubblico e critica e porta a casa quattro Oscar nelle categorie tecniche: Miglior Trucco, Miglior Sonoro, Miglior Montaggio Sonoro e Migliori Effetti Speciali; ai Saturn Award ottiene i premi come Miglior Film di Fantascienza, Miglior Regia, Migliore Attrice Protagonista, Miglior Attore Emergente, Migliori Effetti Speciali, e le candidature non andate a segno per Sceneggiatura, Trucco, Robert Patrick come Non Protagonista e Arnold Schwarzenegger come Protagonista; Schwarzy ha però vinto agli MTV Movie Award insieme a Linda Hamilton e Edward Furlong, più il premio Miglior Sequenza d’Azione. In conclusione, sette anni di attesa per un sequel sono stati sette anni di felice gestazione per un film che ha superato di gran lunga il primo, e con il quale dovranno fare i conti tutti i successivi della serie. I’ll be back!

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