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Ternosecco – opera prima di Giancarlo Giannini

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1987, Giancarlo Giannini è già un divo del cinema italiano e internazionale, la sua fortunata avventura con Lina Wertmuller iniziata nel 1966 con “Rita la zanzara” si è conclusa nel 1978 con “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova…” a causa dell’inaridimento della vena creativa dell’autrice e dei troppi impegni dell’attore; torneranno a lavorare insieme nel televisivo “Francesca e Nunziata” del 2002. E’ anche un rinomato doppiatore e ha dato la voce italiana soprattutto ad Al Pacino, ma anche a Michael Douglas e in ordine sparso a Gerard Depardieu, Dustin Hoffman, Harvey Keitel, Donald Sutherland e all’Amleto di Mel Gibson diretto da Franco Zeffirelli, per il quale aveva recitato in teatro in “Romeo E Giulietta” grande successo anche a Londra, e in “La lupa” accanto ad Anna Magnani. E non dimentichiamo la sua passione per l’elettronica (è diplomato perito elettronico) che lo porta a creare vere e proprie invenzioni, la più importante della quali è la giacca parlante e piena di gadget che Robin Williams ha indossato nel film del 1992 “Toys” di Barry Levinson.

Dunque, a conti fatti, a Giannini mancava solo di cimentarsi come regista e sceglie di debuttare dirigendo questa storia interamente scritta da Lino Jannuzzi, importante giornalista politico, fondatore di Radio Radicale e inquisito per avere criticato a mezzo stampa la magistratura nell’occasione della condanna di Enzo Tortora per traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico, accuse poi rivelatesi tardivamente false. Jannuzzi, come co-sceneggiatore, aveva dato eccellente prova scrivendo insieme a Tonino Guerra e al regista Francesco Rosi “Lucky Luciano” e “Cadaveri eccellenti”, 1974 e 1976; nel 1985 co-scrive insieme al regista Pasquale Squitieri e altri tre sceneggiatori il meno riuscito “Il pentito” sulla figura di Tommaso Buscetta, e in ogni caso è chiaro che prevale il suo impegno come sceneggiatore di film drammatici di forte impatto e impegno politico-sociale. Qui, con questo “Ternosecco”, soggetto e sceneggiatura interamente suoi, ma anche sua ultima scrittura cinematografica, è chiaro che si è voluto cimentare nella commedia, specificatamente grottesca, realizzando un suo personale divertissement. Giancarlo Giannini afferra al volo l’occasione e mettendosi al centro della vicenda come protagonista assoluto fa chiaramente un omaggio all’amica Lina Wertmuller alla quale, sono parole sue, deve tutto; l’omaggio si spinge al punto di chiamare il protagonista Mimì, come il metallurgico ferito nell’onore, e a dargli lo stesso aspetto con capigliatura riccia e occhi spiritati. Ma l’omaggio finisce qui perché la sceneggiatura, benché scritta da un grande professionista, non è a punto, non c’è la mano felice del commediografo di scuola, ricorre a gag alle quali Giannini dà il lustro delle gag del cinema muto ma che in definitiva rimangono gag da cinema dei fratelli Vanzina; lo stesso impianto narrativo è debole e ridondante, e raccontando un intrigo di camorristi del gotha partenopeo non graffia, rimane sui luoghi comuni e su tante maschere già viste e riviste; unica invenzione degna di nota è quella della suora camorrista latrice di pizzini. Giannini dirige da vero regista, la sua mano è sicura e il ritmo è sempre giusto, ma il risultato è uno spreco di talenti.

Lina Polito e Victoria Abril

Com’era in voga, ma lo sarà ancora per poco, due ruoli da comprimari sono affidati a degli attori stranieri. Brigida, la moglie di Mimì, è la spagnola Victoria Abril, che onestamente qui sembra una copia dell’italiana Lina Polito, Grolla d’Oro come Migliore Attrice Esordiente nel 1973 per “Film d’amore e d’anarchia” della Wertmuller; e il boss Don Salvatore è il finlandese naturalizzato americano George Gaynes (George Jongejans) che in quegli anni era arrivato alla fama con la serie slapstick “Scuola di polizia”, e che in questo ruolo di boss della camorra ha davvero un aspetto troppo nordico e poco credibile; lo doppia l’immancabile Carlo Croccolo. In altri ruoli di spicco ci sono i caratteristi Lino Troisi e Franco Angrisano, mentre l’ineffabile suora camorrista è Gea Martire.

Ternosecco un film di Giancarlo Giannini, con Giancarlo Giannini
Ternosecco un film di Giancarlo Giannini, con Giancarlo Giannini

All’epoca il film non ebbe successo: i cultori della filmografia della Wertmuller, come me, non vi si ritrovarono, gli altri, quelli in cerca di una commedia spensierata, rimasero delusi; la critica ufficiale lo bocciò perché si aspettava dal Giannini regista una visione più personale, meno legata ai personaggi che lo avevano portato alla fama, e più in linea col rinnovamento artistico che come attore stava sperimentando con successo: ma non si può fare il processo alle intenzioni, e visto oggi, col senno di poi, il film rimane un ottimo debutto dell’attore nelle vesti di regista, ma su una sceneggiatura sbagliata e, forse, in un momento sbagliato. Di fatto sceneggiatore e regista rimasero scottati: il primo non scrisse più niente per il cinema, il secondo attenderà 26 anni prima di cimentarsi ancora come regista: è del 2013 “Ti ho cercata in tutti i necrologi” (I Looked in Obituaries) che ha personalmente coprodotto col Canada e girato in lingue inglese e, purtroppo, anche questo passato praticamente inosservato, perché film bislacco e irrisolto, frutto del suo gusto per l’eccentrico e la mimica, la mimesi dell’attore nel personaggio, che evidentemente non trovano la giusta collocazione stilistica. Per il resto Giancarlo Giannini, oltre a bizzeffe di premi, nel 2009 ha ricevuto una stella sulla “Italian Walk of Fame” di Toronto, mentre nel 2020 è stata annunciata anche l’assegnazione della stella sulla celebre “Hollywood Walk of Fame” prevista per oggi, 17 giugno 2021. A dimostrazione del fatto che se anche il ternosecco non uscì sulla ruota di Napoli, e non tutte le ciambelle riescono col buco, Giancarlo Giannini gode di imperituri stima e affetto su entrambi i lati dell’Atlantico.