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Taverna Paradiso – opera prima di Sylvester Stallone

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Michael Sylvester (come il nonno Silvestro di Gioia del Colle, Bari) Gardenzio Stallone voleva farcela a tutti i costi, la vita non era stata generosa con lui ma l’aveva dotato di grande volontà e, va da sé, talento; ma chi l’avrebbe mai detto che l’adolescente sofferente di rachitismo, bullizzato dai suoi coetanei perché mingherlino e malaticcio, e con il lato sinistro della faccia semiparalizzato dal forcipe che alla nascita gli aveva reciso il nervo facciale, sarebbe poi diventato la star pluripremiata tutta muscoli e grinta che oggi sappiamo? Inoltre la madre abbandona il marito coi due figli, il secondogenito è Frank Jr. che senza assurgere alle vette di fama del fratello maggiore sarà anche lui attore ma ancor più musicista oltre che appassionato di boxe. Jacqueline Labofish, la madre, figlia di un ebreo ucraino e di una cattolica francese, era uno spirito inquieto, faceva l’astrologa e aveva molti sogni nel cassetto che la inseguivano come demoni in quanto sogni irrealizzati, demoni che lei cercò di annegare nell’alcol col risultato del dissolvimento della famiglia. I due ragazzi rimasero col marito, onesto barbiere di Hell’s Kitchen, New York, che aveva trasferito la famiglia nel Maryland forse in cerca di un luogo più tranquillo dove la moglie potesse guarire le sue inquietudini, ma lì si separarono e l’uomo, nel crescere i figli, non seppe fare altro che mostrarsi rigido e severo.

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Charles Atlas

Non furono anni facili quelli col padre. A 15 anni Sylvester, insieme al fratello di quattro anni più piccolo, si trasferisce a Philadelphia dalla madre che nel frattempo era guarita dall’alcolismo e si era risposata con un altro italoamericano avendo un’altra figlia che da adulta tenterà anche lei la via della recitazione. Lì il ragazzo inizia ad allenarsi nella palestra per sole donne, Barbella’s, che l’eclettica mamma aveva aperto, praticando anche scherma e football. C’è da dire che Jacqueline, Jackie, da ragazza aveva anche fatto la trapezista in un circo e la corista in un night club, ma soprattutto va detto che era cresciuta in un appartamento che la sua famiglia condivideva con l’italoamericano Angelo Siciliano che come body-builder era assurto alla notorietà come Charles Atlas, il quale aveva avviato tutta la famiglia Labofish all’attività fisica; non sappiamo se la giovane Jackie ha avuto una relazione o solo una cotta per il body builder ma sicuramente nasce lì la sua passione per gli italiani; in ogni caso per lei quelli furono anni assai formativi sul piano sportivo, che ispireranno il suo futuro e soprattutto il suo primogenito Sylvester che aveva tanto bisogno di esercizio fisico e per il quale l’ormai anziano Charles Atlas diverrà un modello. Seguendo il suo modello, il ragazzo diventa a suo modo un modello, modello di serietà e determinazione oltre che anche modello fisico, e dopo il diploma ottiene una borsa di studio per meriti sportivi all’American College in Svizzera, dove comincia a calcare il palcoscenico negli spettacoli scolastici mettendosi in luce nel ruolo di Biff in “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller.

L’adolescente Stallone, ancora Michael come primo nome, nell’annuario del collegio svizzero dove Studley è il suo nickname e la frase che segue è del personaggio che interpreta; nell’altra foto durante un’azione sportiva

Ma gli manca l’America e lascia la Svizzera, sempre con la sua borsa di studio, per iscriversi all’Università di Miami in Florida presso la facoltà di arte drammatica; si mantiene con diversi lavoretti ma ancora una volta, a 22 anni, nel 1969, lascia gli studi per tornare alla sua natale New York per intraprendere la carriera cinematografica, e ha già messo mano alla stesura di un romanzo, “Paradise Alley” che nessuno gli pubblicherà, mentre intanto recita nei teatrini off di Broadway. Ma sta letteralmente facendo la fame, non ha un tetto e dorme in una stazione di autobus, e per 200 dollari si esibisce – recitare è una parola impropria – in un film porno soft i cui generosi nudi nulla lasciano all’immaginazione ma in cui davvero gli amplessi sono solo ginnastica e il giovane Stallone non mostra mai il membro in erezione, anche quando è impegnato in azioni specifiche: con un po’ di pazienza è possibile trovare online il film completo, e affinando la ricerca si trovano pure degli spezzoni montati con dettagli di vero sesso che non provengono dal film originale. Il film uscì nel 1970 come “The Party at the Kitty Stud’s” arrivato in Italia come “Porno proibito”, ma quando pochi anni dopo Sylvester Stallone divenne famoso fu rieditato come “Italian Stallion” e venduto in tutto il mondo cosicché quegli oscuri produttori vinsero praticamente alla lotteria.

Sylvester Stallone e il suo fisico all'epoca di Rocky

Comincia a fare il cinema, quello vero, alternando piccoli ruoli a ruoli da protagonista in film minori; si trasferisce a Hollywood e nel 1976 diventa una star scrivendo e interpretando “Rocky” diretto da John G. Avildsen, e da lì parte un’altra storia che sarebbe bello raccontare ma non è questo il luogo, quindi rimando ad un’altra occasione più specifica. Dopo Rocky tutti lo vogliono perché come dice un adagio: quando il ruscello diventa fiume nessuno pensa più a fermarlo ma ad utilizzarlo. Tira fuori la sceneggiatura che aveva tratto dal suo stesso romanzo inedito, che adesso finalmente gli pubblicano, e nel 1978 esordisce anche come regista. Il Paradise Alley del titolo da noi è stato impropriamente tradotto come Taverna Paradiso ma quel locale più che una taverna dove si mangia e si beve è un club come non ce ne sono da noi: si mangia si beve ma anche si gioca d’azzardo e soprattutto vi si svolgono incontri di lotta libera, qui assai simili allo spettacolare wrestling, per scommettitori di ogni risma e livello di onestà. La storia si colloca nel 1946, anno di nascita di Sly come verrà chiamato amichevolmente, e momento topico della storia americana come del mondo intero essendo da poco conclusa la Seconda Guerra Mondiale.

Sono protagonisti i tre fratelli Carbone, orfani e assai diversi fra loro: Lenny, il maggiore, interpretato da Armand Assante qui al suo secondo film, è un reduce di guerra zoppo e chiuso in se stesso che sembra aver rinunciato alla vita e all’amore, e che gestisce un’impresa di pompe funebri; il fratello di mezzo, Cosmo, interpretato da Stallone, è uno sbruffone senz’arte né parte che vive di espedienti; il piccolo, Victor, è quello che si dice un cuore semplice nella stazza di un armadio, che si guadagna da vivere vendendo e caricandosi grossi blocchi di ghiaccio, e per interpretarlo Sly chiama il pugile professionista Lee Canalito che, curiosamente, sul ring aveva il soprannome di Italian Stallion, lo stesso che Stallone utilizzerà per il suo Rocky Balboa; con quel titolo è di nuovo tornato nelle sale il film delle sue ben esposte nudità, e da lì in poi l’appellativo di Italian Stallion, a dispetto di Stallone e del suo Rocky, sarà definitivamente consegnato all’immaginario pornografico e se ne fregeranno diversi atleti del sesso fino al più famoso Rocco Siffredi.

Paradise Alley original lobby card Sylvester Stallone A

Anne Archer è qui al suo quarto film nel ruolo della bella contesa dai fratelli Lenny e Cosmo. Insieme a Lee Canalito altro debutto cinematografico è quello del cantautore Tom Waits, qui praticamente nei panni di se stesso, che ha anche scritto la colonna sonora del film insieme a Frank Stallone che interpreta il cantante della band, e all’altro italoamericano Bill Conti che aveva debuttato come compositore della colonna sonora di “Rocky” con quella famosa marcia che si apre con gloriosi squilli di tromba, e che da lì in poi sarà un maestro delle colonne sonore.

Il film è una favola nostalgica piena di buoni sentimenti messi a dura prova dai cattivi che però sono delle macchiette, e zeppa di retorica e luoghi comuni che tradiscono l’origine dell’ispirazione di un autore poco più che ventenne; ma è anche sincera e ben strutturata oltre che ricca di una carrellata di tipi pittoreschi che l’autore guarda con ironia ma senza un vero e proprio gusto per la commedia, che sembra mancargli. Fu un insuccesso commerciale, e parzialmente di critica, che neanche lontanamente soddisfece le aspettative createsi dopo l’exploit di Rocky. Qualche anno dopo Stallone accusò la Universal Studio di aver manipolato il montaggio del film per renderlo più simile a Rocky per bissarne il successo ma tradendone l’intima natura e struttura: “Non mi perdonerò mai il modo in cui mi sono lasciato manipolare durante il montaggio del film. C’erano molte scene pensate per dare atmosfera e carattere ma hanno solo voluto accelerare il ritmo. Complessivamente hanno rimosso 40 scene…”

Jackie e Sly

In ogni caso Sylvester Stallone col suo primo film da regista racconta il suo mondo collocandolo nel passato prossimo, quello di un ragazzo disposto a tutto pur di fare fortuna ma senza per questo vendersi l’anima; spaziando nel mondo del wrestling che sarà anche quello della madre che fino ad ora, memore degli eccessi passati, se n’è stata buona, ma ora che il figlio è famoso decide di diventare famosa in proprio e va in tv nel programma “Gorgeous Ladies of Wrestling” dove si esibiscono le signore del wrestling e Jackie Stallone, riprendendo il cognome del primo marito e padre del figlio più famoso, ha sull’argomento molto da dire essendo da tempo proprietaria della palestra Barbella; ovviamente ha anche pubblicato libri di astrologia e ha anche lanciato una “hotline psichica” dove raggirava persone instabili a costi telefonici da truffa. Per un periodo ha affermato di saper dialogare coi cani per predire il futuro; si è anche inventata il rumpology, una pseudo scienza simile alla lettura della mano ma che legge le chiappe delle persone, scienza che a suo dire praticavano i Babilonesi, gli antichi Greci e Romani e perché no anche gli Indiani; per finire, ma anche no, è stata coinvolta in una truffa nell’industria cosmetica avendo lanciato sul mercato maschere facciali e prodotti vari che a suo dire curavano i problemi della pelle. In un’apparizione televisiva litigò col primo marito, Frank Stallone, in diretta telefonica rinfacciandogli di essere pessimo a letto ma, cosa ancora più grave, accusandolo di averla spinta ad abortire quando era incinta di Sylvester, ma lei finse di avere abortito e nascose la gravidanza fino alla fine: dichiarazioni sopra le righe di una donna notoriamente millantatrice. Fu inserita come “concorrente a sorpresa” nel “Celebrity Big Brother” inglese per farla litigare con la ex nuora Brigitte Nielsen, che non aveva mai amato, ma il voto dei telespettatori la buttò fuori dalla casa dopo quattro giorni. E’ morta 98enne serenamente nel sonno nel settembre 2020.

Tornando al film devo annotare un clamoroso errore nel doppiaggio: il termine sensitive che si traduce con sensibile e col quale Cosmo si definisce più volte, protestando di essere un sensibile incompreso, viene ripetutamente tradotto col “falso amico linguistico” sensitivo che in inglese sarebbe psychic, così che sentiamo il povero Cosmo ripetere: “Ma io sono un sensitivo!”… Se l’avesse saputo Jackie lo avrebbe ingaggiato per vendere i suoi libri in una hot line italiana!