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Mio fratello rincorre i dinosauri – opera prima di Stefano Cipani

Parlare di quest’ora prima cinematografica rimanda necessariamente a un’altra opera prima, l’omonimo debutto letterario del 19enne Giacomo Mazzariol, debutto fortunoso dovuto più alla fama che gli è piovuta addosso che a un vero e proprio fuoco sacro per la scrittura; poi la faccia tosta, la capacità di mettersi in gioco e di stare ai giochi, la fortuna di essere nato in quest’epoca digitale che rende tutto più facile e immediato e a portata di mano, il tutto unito a un indubbia intelligenza costruttiva, ha fatto del ragazzo Mazzariol un personaggio probabilmente destinato a durare, anche se non necessariamente sugli scaffali delle librerie.

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Come non ricordare i successi letterari giovanilistici di quell’epoca analogica che offriva meno prospettive e vie di fuga ai suoi autori che precocemente avevano consumato e concluso la loro parabola creativa? La siciliana di Licata Lara Cardella ha scritto “Volevo i pantaloni” (Arnoldo Mondadori Editore) nel 1989 a 19 anni, una denuncia del maschilismo siciliano dell’epoca che è divenuto un successo, anche di costume, immediatamente tradotto in film da Maurizio Ponzi; in seguito la Cardella ha anche tentato un “Volevo i pantaloni 2” insieme ad altre prove letterarie che non hanno lasciato traccia, e oggi insegna a Bergamo.

Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire (I grandi ...

Sempre siciliano un altro clamoroso successo letterario giovanilistico, quello della catanese Melissa P. (Panarello) che a 17 anni nel 2003 pubblica con Fazi Editore il romanzo erotico autobiografico (ma più che altro è un diario senza un vero impianto narrativo) “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire” che ha venduto 3 milioni di copie grazie al suo contenuto pruriginoso e al lancio editoriale che ha tenuto nascosta per un po’ di tempo l’identità dell’autrice; anche questo debutto narrativo è divenuto film nel 2005 con regia di Luca Guadagnino. Scavalcando l’anno 2000 Melissa Panarello si ricicla come personaggio tv e anche come astrologa sul settimanale “Grazia”; scrive altri tre romanzi, collabora con diverse testate giornalistiche e nel 2015 partecipa a “L’isola dei famosi” nel segno di si fa quel che si può.

Mio fratello rincorre i dinosauri, Giacomo Mazzariol. Giulio ...

Ma sono davvero tanti gli adolescenti che tentano la via della scrittura, i quali, spesso non avendo nulla da raccontare sulla loro troppo giovane vita, scimmiottano i romanzi di avventura fantasy, che è il terreno sui quali sono fino a quel momento cresciuti. Nessuno ha venduto così tante copie da diventare un altro caso. Giacomo Mazzariol ha venduto appena 150mila copie e coi tempi che corrono si può già dire un best seller, ma lui era un caso prima ancora che scrivesse il libro, come racconta nel libro stesso: romanzo di crescita e formazione di un ragazzo che rifiuta il fratellino con un cromosoma in più, la Sindrome di Down, perché se ne vergogna e ad amici e compagni di scuola lo racconta come un fratellino morto, suscitando pure pietà e simpatia. Il fratellino Down però impara a fare video in famiglia e a pubblicarli su YouTube col rischio di sputtanare il fratellone, il quale corre ai ripari cancellandoli e poi dando la colpa a fantomatici neonazisti. Le cose precipitano, nel piccolo tranquillo paese, Pieve di Cento in Emilia Romagna, e la sua famiglia con il comune organizzano una manifestazione contro i presunti neonazisti, e qui, Giacomo, prendendo coscienza si autodenuncia, finalmente dicendosi fiero di avere un fratello diversamente abile col quale, per rimediare e fare ammenda, gira il video “The simple interview” (dal titolo in inglese perché si sa che ormai siamo tutti americani) che diventa virale su YouTube e di cui si comincia a parlare anche sulla stampa.

Qui finisce il romanzo e comincia la genesi del romanzo stesso: gli viene chiesto di scrivere un libro (lui è ancora all’ultimo anno delle superiori) e anche se il ragazzo non ha mai scritto niente si butta nell’impresa sicuramente guidato da necessari editor che lo aiutano a confezionare il prodotto prima che la bolla si sgonfi: il libro venderà bene perché parla di disabilità e di redenzione, e verrà anche circuitato nelle scuole come lettura consigliata agli studenti. Vince il premio “John Fante Opera Prima” e il giovane autore va ospite da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” perché i buoni sentimenti fanno più audience del pruriginoso con buona pace di Melissa P. Viene assoldato anche da “La Repubblica” che gli affida un blog online che darà voce alla “Generazione X” ovvero i pargoli nati dopo il 1995: è qui che entra in gioco il successo dovuto al digitale, perché non stampando nulla anche numeri piccoli sono sempre un guadagno.

Ovviamente il successo editoriale non passa inosservato alla macchina cinematografica e Rai Cinema mette insieme una coproduzione che affida la regia al debuttante 33enne Stefano Cipani. Di lui si sa che gli stava stretta l’etichetta di “figlio del sindaco” dato che suo padre è stato sindaco di Salò per quattro mandati non consecutivi, ha però studiato Storia e Critica del Cinema all’università di Bologna e poi si è trasferito a Los Angeles per un master in regia alla New York Film Academy, e ha poi diretto cortometraggi e video musicali. Il film incassa in Italia più di 2 milioni e mezzo di euro e raccoglie critiche positive, certamente veicolate anche dal successo del romanzo e dall’argomento che tratta: chi vuol parlare male di un film che parla di Sindrome di Down? in effetti il film è gradevole, mantiene sempre un buon ritmo ed è una di quelle regie che, come ho detto altrove, non saltano subito all’attenzione perché totalmente al servizio della storia, il che, se da un lato è un bene, dall’altro lato può essere il risultato di un mestiere imparato bene da un regista che non ha molto da dire, di suo: è necessario attendere l’opera seconda per potersi fare un’idea di questo regista che ha confezionato un prodotto di largo consumo da un romanzo di largo consumo: la pappa era già pronta. Cipani, che ha vinto anche il Young Audience Award 2020 della European Film Academy, pubblico internazionale di ragazzi per film di ragazzi, sta lavorando alla stesura di altri progetti, uno a quattro mani con Giacomo Mazzariol.

Su Mazzariol resta da dire che non ha dormito sui soffici cuscini della gloria e si è dato da fare: lavorando insieme a un gruppo di altri ragazzi, il Collettivo Grams, ha scritto un cortometraggio che poi si è sviluppato in una sceneggiatura di più ampio respiro, “Baby” sulle baby squillo dei Parioli romani, che è diventata serie per Netflix, vista in tutto il mondo e già prenotata per una seconda stagione; Mazzariol ha dato alle stampe il suo secondo romanzo “Gli squali” ma sembra proprio che il suo futuro sia nella sceneggiatura mentre la rivista “Forbes” lo ha inserito fra i 100 giovani italiani che guideranno il futuro.

Nel cast del film, insieme ai giovani debuttanti Francesco Gheghi che è il protagonista Giacomo, Lorenzo Sisto che è fratello Down, Anna Becheroni l’amichetta del cuore, e Roberto Nocchi che si impone sugli altri per credibilità artistica nel ruolo dell’amico Vitto(rio), fanno da supporto l’eccentrica zia spagnola Rossy De Palma, e come genitori dei ragazzi la sempre luminosa Isabella Ragonese e un Alessandro Gassmann che in età matura ha finalmente trovato una sua dimensione artistica, dopo aver debuttato troppo precocemente a teatro con l’ingombrante padre mattatore Vittorio, da cui sembra voler prendere le distanze recuperando una seconda n finale nel cognome di famiglia del nonno tedesco Heinrich, che Vittorio aveva lasciato cadere all’anagrafe.