Archivi categoria: jesus christ superstar, il film

Jesus Christ Superstar, il film

Il musical originale è dell’ormai lontano 1970, ben mezzo secolo fa, epoca di rivoluzioni sociali e contestazioni: era finita l’allegra spensieratezza degli anni ’60; in ambito musicale si mettono in discussione i canoni creativi e arrivano nuovi generi musicali insieme a sperimentazioni molto ardite per l’epoca. Il rock (evoluzione del rock and roll, con richiami anche al rhythm and blues, al country e al folk) mette in primo piano l’uso della chitarra e del basso elettrici accompagnati dalla batteria; e poi negli anni a seguire darà vita a una innumerevole quantità di sottogeneri e commistioni. Qui basta ricordare gli artisti che misero a segno i più grandi successi rock del 1970: David Bowie, George Harrison, Pink Floyd, Van Morrison, Santana, Simon & Garfunkel, Cat Stevens, James Taylor, The Beatles e molti altri ancora.

In questo scenario musicale e sociale in fermento il duo inglese Lloyd Webber-Rice ebbe l’intuizione di mettere in discussione il mito della passione di Cristo facendone un’opera rock. I due collaborarono per la prima volta insieme nel ’65 creando un musical in stile classico anni ’40-50 sulla figura di un medico filantropo dell’epoca vittoriana, mai messo in scena, e recuperato solo nel 2005 dopo che i due autori sono diventati ultra famosi e anche Sir, per grazia di Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Poi nel ’68 ci fu l’avventura e l’insperato successo di “Joseph and the Amazing Technicolor Dreamcoat” ispirato al racconto biblico di Giuseppe e i suoi fratelli, dunque, bibbia e vangeli alla mano, perché non rilanciare addirittura con Gesù?

Prima pagina del Vangelo di Giuda, facente parte del Codex Tchacos ritrovato in Egitto nel 1978.

Ovviamente al tempo della sua prima uscita l’opera suscitò molte polemiche da parte dei conservatori: tralasciando oggi le critiche sulla parte musicale rock, troppo innovativa, i punti più controversi furono Maddalena che dichiara esplicitamente il suo amore per Gesù – e su questo sarebbe seguita molta narrativa – e il punto di vista di Giuda che mette in discussione la santità di Gesù. Ma tema ancora più innovativo è come Giuda vede se stesso in un’anticipazione di tutte le teorie revisioniste che sono sorte in seguito al ritrovamento, anni dopo, del cosiddetto Vangelo di Giuda, gnostico e apocrifo, secondo cui il Traditore si sarebbe sacrificato, alla pari di Gesù, alla causa per salvare l’umanità: senza il suo tradimento, senza il suo tramite, non si sarebbe potuto compiere il sacrificio supremo della crocifissione, dunque senza Giuda non avremmo avuto Gesù: è il fratello minore che si sacrifica per il fratello maggiore. E tutto questo disturbava molto, e ancora disturba, i cattolici osservanti.

Prende in mano il film il canadese Norman Jewison, sceneggiatore produttore e regista fresco del successo del musical “Il violinista sul tetto”, cineasta già assai eclettico che ha debuttato dirigendo commedie con Tony Curtis e Doris Day ma che ben presto si è dedicato al dramma che indaga le piaghe sociali americane: il gioco d’azzardo (Cincinnaty Kid) la paranoia da guerra fredda (Arrivano i Russi! Arrivano i Russi!) il razzismo (La calda notte dell’ispettore Tibbs). Co-sceneggiando “Jesus Christ Superstar” immagina che la compagnia di hippie che mette in scena il musical arrivi su un pullman in Medio Oriente, fra le rovine di Avdat nel deserto del Negev, una location che permette al regista grande libertà creativa e visiva, spaziando fra lunghe distanze e primi piani, e quasi creando una propria partitura musicale con le sue immagini e le sue invenzioni sonore: silenzi che si alternano ai numeri musicali, uso di effetti visivi come il fermo immagine, o lo slow-motion che in quegli anni si era diffuso in Italia col termine maccheronico di rallenty. Molto bella la presentazione dei sacerdoti che in mantello nero stanno appollaiati come corvi su una struttura di tubi innocenti (tubi che poi torneranno nella scenografia del rock opera live) e il loro battere sui tubi aggiungendo una diversa sonorità alla partitura musicale.

Andrew Lloyd Webber – This Jesus Must Die Lyrics | Genius Lyrics

Fatto un accordo con l’esercito israeliano, Norman Jewison riesce a ottenere due jet dell’aeronautica militare che sfrecciano sul set, disponibili per un solo ciak, e cinque carri armati che spettacolarmente spuntano dal crinale di una collina. Il film, già musicalmente moderno alla sua uscita, ancora oggi non risente del decenni trascorsi, grazie anche alla sua collocazione fuori dal tempo, dove gli hippie sono sempre hippie in ogni epoca e il rock melodico non ha mai smesso di piacerci. Grande successo anche in Italia, dove si accaparrò il David di Donatello come Miglior Film Straniero, ma soprattutto passò il vaglio dell’Osservatorio Romano e proiettato privatamente a Papa Paolo VI al quale pare che piacque, pare perché le fonti ufficiali tacciono e la notizia arriva da Ted Neely in una recente intervista. In ogni caso le canzoni principali del musical divennero delle hit a Radio Vaticana.

jesus-christ-superstar_l

Ted Neely che interpreta Gesù. La sua partecipazione al musical inglese comincia come sostituto del protagonista in palcoscenico, e come tale ebbe una standing ovation durante un tour; in seguito a questa affermazione divenne titolare del ruolo nella messa in scena di Broadway. Identico iter per il suo amico Carl Anderson, prima sostituto di Giuda e poi protagonista in palcoscenico e nel film. Fondamentalmente rimarranno entrambi legati a questi ruoli, anche se Anderson intraprende una valida carriera da solista che però una fulminante leucemia interrompe all’età di 59 anni. Neely come attore farà molto poco fra cinema e tv e recentemente Quentin Tarantino, regista esperto in ripescaggi di vecchie glorie, lo ha voluto nel cast di “Django Unchained”. Inoltre alla non più tenera età di 70 anni ha ripreso il suo Gesù in una produzione tutta italiana.

Yvonne Elliman - Radio King

La nippo-irlandese Yvonne Elliman è Maddalena sin da Broadway, e durante il tour ebbe una focosa storia d’amore con Eric Clapton, peccato che lei fosse sposata con l’uomo che l’aveva presentata al cantautore; scrisse delle canzoni per i Bee Gees e “La febbre del sabato sera”.

Barry Dennen

L’americano Barry Dennen, 22enne ebbe una breve ma proficua relazione con la 18enne Barbra Streisand: le ha fatto da mentore, e lei ha sostenuto lui nell’apertura di un proprio night club nel quale trova la sua strada di attore e cantante, anche gay. Lasciata Barbra al suo brillante destino si trasferisce a Londra e sarà la sua fortuna perché per 15 anni sarà il maestro di cerimonia nel musical “Cabaret”, ruolo che al cinema darà la fama a Joel Grey; e poi sarà Ponzio Pilato, un Ponzio Pilato molto intrigante a mio avviso, sia in palcoscenico che nel film; dice di aver suggerito lui a Norman Jewison di fare il film e il regista non smentisce; continua nel cinema con ruoli minori in film di successo, da “Batman” a “Shining” fino a “Titanic” e muore 79enne per le conseguenze di una caduta.

Bob Bingham (Caiaphas) and Kurt Yaghjian (Annas) in 'Jesus Christ  Superstar', 1973. | Jesus christ superstar, Jesus christ superstar 1973, Jesus  christ
Bob Wingham e Kurt Yaghjian

Anche il baritono Bob Wingham viene dal palcoscenico col suo Caifa, e la sua prima partecipazione importante è nel musical “Hair” mentre successivamente interpreterà Dio in “Up from Paradise” da una novella di Arthur Miller. Il sopranista di origine rumena Kurt Yaghjian interpreta il viscido sacerdote Annas; comincia a cantare da bambino in un coro di voci bianche e viene notato dal compositore Gian Carlo Menotti che lo volle come protagonista di “Amahl and the Night Visitors” una sua opera natalizia per la tv americana, paese dove il compositore italiano si era trasferito su consiglio del maestro Arturo Toscanini; nell’allestimento di Broadway Yaghjian farà da jolly, sostituendo i titolari nei ruoli di Annas, appunto, ma anche Giuda e Pilato e altri ruoli minori.

JESUS CHRIST SUPERSTAR E L'OSSIMORO DELL'ANTITESI - Polisemantica

Il caratterista Josh Mostel, figlio per più noto Zero Mostel, interpreta un Erode che il regista immagina in una sua oasi artificiale sulle rive del Mar Morto, circondato da prostitute e travestiti. Non è un gran cantante né un ballerino ma risulta ridicolo quanto basta per rendere il personaggio.

L’aitante Philip Toubus interpreta Pietro, dopo aver già preso parte anche lui ad “Hair”, e questo rimane il suo ruolo più importante nella carriera musicale; otterrà però un successo internazionale con lo pseudonimo di Paul Thomas cambiando genere e diventando uno dei protagonisti dell’età d’oro del porno americano, a dimostrazione del fatto che le vie del signore sono infinite.

Nella scena della crocifissione Norman Jewison si ispira alla più classica delle iconografie.
Watch Jesus Christ Superstar on Netflix Today! | NetflixMovies.com
E riprende l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci.