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Ieri, oggi, domani

Ieri, oggi, domani (film 1963) - Wikiquote

Un film a episodi d’autore che vince l’Oscar come Miglior Film Straniero e si piazza sulla vetta dei film a episodi, genere che l’Italia produce in maggior numero rispetto al resto del mondo, limitandosi però al genere di costume quando non specificamente erotico e di discendenza boccaccesca, che all’inizio erano film d’autore, vedi “Boccaccio ’70” con regie di De Sica, Fellini, Monicelli e Visconti, ma poi hanno degenerato, da un lato in lungometraggi pseudo-Boccaccio con titoli come “Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda”, “Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno”, “Decameron Proibitissimo. Boccaccio Mio Statte Zitto…” e via discorrendo; e dall’altro lato in film a episodi di costume che indagano l’amore, spesso anche nel titolo, e le relazioni uomo-donna, i migliori fra i quali come esercizi di stile al maschile cui nessuno dei prim’attori italiani si è sottratto: Vittorio Gassman lo abbiamo visto protagonista assoluto nell’opera prima di Ettore Scola “Se permettete parliamo di donne”; Nino Manfredi sempre unico protagonista di “Vedo nudo”; Alberto Sordi ha scritto e diretto “Il comune senso del pudore” recitando solo nel primo dei quattro episodi; Ugo Tognazzi e Marcello Mastroianni hanno partecipato a molti di questi film più o meno d’autore, fino a Giancarlo Giannini altro protagonista assoluto in “Sesso matto” di Dino Risi.

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Ma non solo sesso. Vittorio De Sica aveva diretto nel ’54 “L’oro di Napoli” scritto con Giuseppe Marotta e Cesare Zavattini. Ispirato a racconti di Edgar Allan Poe “Tre passi nel delirio” è un film di tre episodi firmati da Federico Fellini, Louis Malle e Roger Vadim. C’è stato l’interessante esperimento “Siamo donne” che mette insieme i generi documentario e biografico raccontando scorci di vite di quattro famose attrici: Ingrid Bergman, Anna Magnani, Isa Miranda e Alida Valli, gettando uno sguardo debitamente addomesticato nelle loro vite private, una sorta di rivista illustrata in film. Altro raro film al femminile è “Le bambole” che già nel titolo, però, strizza l’occhio al maschilismo imperante all’epoca. Più vicini nel tempo ci sono stati “Kaos” (1984) dei Fratelli Taviani da racconti di Pirandello che vede per l’ultima volta insieme sullo schermo, riuniti dopo anni di separazione, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia nell’episodio “La giara”; “Caro diario” (1994) di Nanni Moretti e ultimamente “Il racconto dei racconti” (2015) di Matteo Garrone da Giambattista Basile, dove però le storie sono montate a incastro e dunque non si può definire un puro film a episodi dove i segmenti sono conclusi e si susseguono.

“Ieri, oggi, domani” resta forse l’unico film in cui una donna è protagonista assoluta, Sofia (altrimenti Sophia) Loren, già moglie del produttore Carlo Ponti il quale sta imprimendo una decisiva svolta alla sua carriera. L’accompagna nei tre episodi, restando però un passo indietro, Marcello Mastroianni, l’attore col quale formerà un’ideale coppia cinematografica in ben 15 film. I tre episodi si intitolano coi nomi delle protagoniste, Adelina Anna e Mara, e sono ambientati in tre diverse città, Napoli Milano e Roma.

Isabella Quarantotti con Eduardo De Filippo

“Adelina” è ispirato a un fatto reale: una venditrice di sigarette di contrabbando che pur di evitare la galera – allora le donne incinte potevano – ha fatto un figlio dietro l’altro; l’episodio è stato scritto da Eduardo De Filippo con Isabella Quarantotti che un paio d’anni dopo diverrà sua compagna.

Addio Billa, l'altra "signorina snob" - La Stampa
Marialisa Pedroni Zanuso che si firmava Billa Zanuso ma anche solo Billa Billa, con Franca Valeri

“Anna” è tratto dal racconto “Troppo ricca” di Alberto Moravia, breve corsa in auto, una Maserati, di una ricca signora annoiata per cui uomini e automobili sono beni di lusso intercambiabili; è sceneggiato da Cesare Zavattini, scrittore satirico fra gli ideatori del cinema neorealista, con Billa Zanuso, intellettuale amica e sodale di Franca Valeri per e con la quale inventò “la signorina snob”. Questo episodio, il più breve dei tre, fu anche criticato da Pietro Bianchi su Il Giorno: “Si tratta di un film scritto per mettere in valore le doti di venustà e di bravura di Sophia, poco impegnato quindi nell’approfondimento di situazioni e caratteri. Piuttosto velenoso il secondo episodio che tuttavia si morde la coda.” Velenoso, verrebbe da chiedersi oggi, perché si fa beffe dei ricchi del nord e non si limita a ironizzare sui proletari del sud? A mio avviso la critica da fare sarebbe proprio alla protagonista che nei panni della borghese milanese – e credo sia l’unico film in cui recita con accento meneghino – non è a suo agio, e pur restando una brava attrice si vede che recita un personaggio troppo lontano dalla sua natura. Sempre intonato invece Mastroianni anche quando farà il bolognese nel terzo episodio.

Ieri, oggi, domani” di Vittorio De Sica, un capolavoro premiato con l'Oscar  – Fondazione

“Mara”, scritto dal solo Cesare Zavattini, racconta di una squillo di lusso con attichetto su Piazza Navona dove discretamente riceve i suoi clienti, che è qui alle prese con un faccendiere bolognese che scende regolarmente nella capitale a incontrare sottosegretari per conto del padre che lo insegue al telefono; ma da un altro lato la squillo è alle prese con un seminarista, che solo a scambiare due parole con lei dal terrazzo attiguo, se ne innamora e progetta di abbandonare l’abito talare; ma a quel punto Mara, onestamente incolpevole delle fantasie del giovane, dovrà vedersela con la di lui nonna, fervente cattolica. E’ in questo episodio che la Loren farà il famosissimo spogliarello per Mastroianni che trent’anni dopo Robert Altman riprenderà omaggiandolo in “Prêt-à-Porter”, e se in questo film del 1963 allo spogliarello non è seguito l’agognato amplesso perché la squillo aveva fatto un fioretto affinché il seminarista tornasse in collegio, nel 1994 dopo lo spogliarello lui s’addormenta perché anziano e stanco.

Recensione su Prêt-à-porter (1995) di LorCio | FilmTV.it

Uscito il Italia nel dicembre del 1963 il film impiega tutto l’anno successivo per girare il mondo e approdare agli Oscar del 1965 dove Sofia-Sophia era anche candidata come migliore attrice, ma il premio andò a Julie Andrews per “Mary Poppins”. Al film andò anche il Golden Globe e il BAFTA a Mastroianni che vinse anche il David di Donatello unitamente alla Loren e al produttore Ponti.

Gianni Ridolfi nel film e nel 2011 con la figlia

Nel cast napoletano spicca il ruolo di Aldo Giuffrè, nel duetto milanese si inserisce alla fine Armando Trovajoli, anche e soprattutto autore delle musiche del film, e nell’episodio romano ci sono Tina Pica nella sua ultima interpretazione, e il giovane promettente Gianni Ridolfi come seminarista: una meteora cinematografica che l’anno dopo sarà in “Matrimonio all’italiana” di nuovo col trio De Sica Loren Mastroianni, e poi dopo un terzo film nel 1967, “A suon di lupara” se ne perdono le tracce. Dicono le cronache che è il padre della showgirl Federica e lo si è visto sui giornali nel 2011 al matrimonio di lei, quando ha sposato l’ennesimo calciatore e, purtroppo, anche lei ha avuto una carriera da meteora. Mentre “Ieri, oggi, domani” resta un caposaldo della nostra cinematografia da qualunque punto di vista lo si guardi: Oscar italiani, film a episodi, commedia all’italiana, film di costume, critica sociale, film d’autore, filmografia di De Sica, della Loren, di Mastroianni…

Questo film ebbe apparentemente un seguito nel successivo film a episodi “Oggi, domani, dopodomani” che il produttore Carlo Ponti mise insieme fortunosamente e fece uscire con quel titolo per richiamarsi al successo di un paio di anni prima. In verità aveva prodotto un film del giovane Marco Ferreri, “L’uomo dei cinque palloni” con Mastroianni e Catherine Spaak, ma poiché il film non lo convinceva lo sforbiciò fino a ridurlo a un cortometraggio che impacchettò con altri due di minore qualità diretti all’occasione da Eduardo De Filippo, “L’ora di punta”, e da Luciano Salce “La moglie bionda”, episodio che verrà rispolverato dai suoi sceneggiatori, Castellano e Pipolo, un quindicennio dopo, con poche variazioni ma condito di più esplicita volgarità nel film a episodi “Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande” diretto da Sergio Martino e interpretato da Pippo Franco, Lino Banfi e Renato Pozzetto: ovvero la deriva della commedia all’italiana.