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E per la prima volta sullo schermo… Arnold Schwarzenegger

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1976. Questo film viene accreditato come il debutto cinematografico di Schwarzenegger, ma è falso perché il Mister Universo austriaco è già stato protagonista nel 1970 di un B-movie, “Ercole a New York” e poi nel ’73 ha fatto un piccolo ruolo in “Il lungo addio” di Robert Altman; nel primo è stato doppiato a causa del suo forte accento e presentato come Arnold Strong per il cognome impronunciabile, nel secondo era uno scagnozzo sordomuto, e quindi oggi questi due film non vengono considerati come veri debutti.

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Il film in questione, col suo titolo originale “Stay Hungry” dal romanzo omonimo di Charles Gaines rende più fedelmente lo spirito del racconto, sorta di storia di formazione che nella sceneggiatura mantiene ben poco della trama del romanzo. E’ conosciuto in Italia anche col titolo “Un autentico campione” ma anche come “Il gigante della strada” pone l’attenzione sul culturista come se fosse il protagonista assoluto del film, e così non è, anche perché il suo personaggio è stato ridimensionato nella sceneggiatura. C’è di buono che Schwarzy parla con la sua voce e il suo accento austriaco, perché il personaggio è stato ridisegnato su di lui, e parla anche molto, contrariamente ai film successivi, “Terminator” in testa, ed è anche simpatico e sorridente, come non lo vedremo quasi più nella sua gloriosa carriera di muscoloso eroe sempre accigliato. Già questo vale la visione del film. Che, purtroppo va detto, non è fra i migliori di cotanto regista, Bob Rafelson, che ci aveva già dato due piccoli capolavori del cinema esistenzialista americano: “Cinque pezzi facili” (1970) e “Il re dei Giardini di Marvin” (1972); dopo questo “Stay Hungry” dirigerà nel 1981 il torbido successo di “Il postino suona sempre due volte” sempre col suo attore feticcio Jack Nicholson, e poi nel 1987 torna con l’altrettanto torbido “La vedova nera” ma è già nella fase calante della sua carriera.

Nel film, Jeff Bridges, figlio d’arte e star in ascesa, è il rampollo di una ricca famiglia di speculatori immobiliari, che va per comprare una palestra da radere al suolo e invece si appassiona alla vita dei culturisti che lì si allenano, oltre che innamorarsi della graziosa Mary Tate interpretata dall’altrettanto giovane star in ascesa Sally Field; va da sé che si schiera con gli sportivi e manda all’aria i contorti rapporti familiari, avviandosi verso il lieto fine con la sua amata: molta retorica, musica triste sui tristi ricordi, commedia agrodolce con diversi momenti macchiettistici abbastanza forzati e fuori luogo, che davvero non si capisce cosa ci voglia raccontare – al contrario del romanzo che, leggo, ha un finale amaro e una profondità narrativa che nel film non c’è. Ma Schwarzenegger fa la sua bella figura, sia mostrando i muscoli che come attore, e questo basta.

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Sally Field e Jeff Bridges di nuovo insieme sul red carpet nel 2012

Jeff Bridges girerà subito dopo il “King Kong” con Jessica Lange (Oscar speciale a Carlo Rambaldi che farà una tripletta con “Alien” e “E.T.”) e inanellerà una lunga serie di candidature fino all’Oscar e Golden Globe nel 2010 per “Crazy Heart”. Sally Field arriverà prima agli Oscar, due, nel 1979 con “Norma Rae” e nel 1984 con “Le stagioni del cuore”. I due reciteranno di nuovo insieme nel 1982 nella commedia “C’è… un fantasma tra noi due” di Robert Mulligan, inutile remake del successo brasiliano “Donna Flor e i suoi due mariti” del 1976.

Arnold Schwarzenegger vincerà con questa sua interpretazione il Golden Globe come Migliore Attore Esordiente e poi accumulerà molti altri premi secondari per una carriera che è impossibile ignorare, e che lo condurrà al governatorato della California. Niente male per uno che a 21 anni, già detentore del titolo di Mister Universo più giovane della storia, è stato anche un clandestino. Era cresciuto in Austria andando bene a scuola e distinguendosi negli sport: calcio, curling, nuoto, pugilato, getto del peso e lancio del giavellotto; poi a 14 anni intraprende la carriera del culturista e a 18 anni, mentre era sotto il servizio militare, diserta per andare a vincere il titolo di Mister Europa juniores. Fattosi un paio di settimane di carcere militare, ma c’è chi dice un paio di mesi, continua a vincere altri titoli e poi, concluso il servizio militare, vola a Londra per partecipare a Mister Universo 1966, dove arriverà secondo. Ma viene notato da un giudice e riceve ospitalità e un training mirato che l’anno dopo gli farà vincerà l’agognato titolo. Col suo rudimentale inglese si trasferisce a New York e quando gli scade il visto d’ingresso rimane come clandestino. Continua ad allenarsi e, rimesse a posto le pendenze legali, a 23 anni vince il titolo di Mister Olympia, che manterrà per i successivi sei anni, e siccome è un bravo ragazzo molto volenteroso, si iscrive anche all’università, in economia aziendale. Nel 1977 trovò anche il tempo di scrivere e pubblicare la sua autobiografia nonché guida all’allenamento fisico dal titolo “Arnold: The Education of a Bodybuilder” che ebbe grande successo. Come si fa a non tifare per lui? Fisico di ferro e volontà d’acciaio!

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Ma come entrò in politica, e soprattutto perché nel conservatore Partito Repubblicano, quando notoriamente la gente di spettacolo è di idee liberali? Si dichiarò repubblicano durante le elezioni presidenziali del 1988 schierandosi con George W. Bush, ottenendo poi la nomina a presidente del Consiglio Presidenziale per lo Sport e l’Attività Fisica. Successivamente ricoprì il ruolo di presidente del consiglio del governatore della California per lo sport e l’attività fisica: si preparava a scendere in campo come governatore lui stesso. Al convegno nazionale repubblicano del 2004 spiegò le ragioni, puramente sentimentali, della sua affiliazione politica: “Arrivai finalmente qui nel 1968. Fu un giorno speciale. Ricordo che arrivai qui con le tasche vuote ma piene di sogni, piene di determinazione, piene di desiderio. La campagna presidenziale era in piena attività. Ricordo di aver guardato la battaglia presidenziale tra Nixon e Humphrey alla tv. Un mio amico che parlava tedesco e inglese tradusse per me. Sentii Humphrey dire cose che suonavano come socialismo, che io avevo appena lasciato. Ma poi sentii parlare Nixon: stava parlando della libera impresa, di lasciarsi il vecchio governo alle spalle, di abbassare le tasse e rinforzare l’esercito. Ascoltare Nixon parlare sembrava più un respiro d’aria fresca. Dissi al mio amico, dissi: “di che partito è lui?” Il mio amico disse: “è un repubblicano”. Dissi “allora io sono un repubblicano”. E da quel momento sono stato un repubblicano.” Ma sarà un repubblicano con un’anima liberal: si è battuto contro il razzismo, l’inquinamento e il riscaldamento climatico, nel maggio del 2004 e del 2007 è stato inserito nella lista “Time 100” come una delle cento persone più influenti impegnate per aiutare il mondo. All’inizio degli anni novanta si era già impegnato nella promozione delle “Olimpiadi Speciali” con l’intento di promuovere l’attività fisica e l’indipendenza delle persone affette da disturbo mentale. E’ stato commissario esecutivo degli “Inner City Games”, organizzati per il recupero dei giovani sfortunati nati alla periferia della metropoli californiana. In seguito a questa esperienza ha creato la fondazione “After School All Stars”, grazie alla quale oltre 600 scuole statunitensi hanno potuto giovare di fondi per la creazione di programmi doposcuola. Nel 2002 ha ideato e proposto la legge 49, poi approvata in tutta la California, grazie alla quale le scuole dello Stato hanno ricevuto contributi per realizzare programmi di recupero e borse di studio. Negli anni ha avuto incarichi politici nel settore della promozione all’attività fisica, durante la prima amministrazione Bush e durante quella di Clinton. Più liberal di così!

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“Faccio film che alla gente piacciono. È così semplice. Basta fare in modo che i film rimangano impressi nella memoria, non semplicemente fare un film in più. Bisogna avere il giusto sesto senso e saper estrarre il meglio come “Hasta la vista, baby” oppure “Ti ho mentito!”. Si supera un po’ il limite. La gente adora tutto ciò, i bambini lo adorano. Si fa poi qualcosa di atletico, un po’ di palestra e le persone pensano che tu sia figo.”