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Ariaferma – il cinema 2020-21 disperso nella pandemia

Nel 2020 i cinema hanno timidamente riaperto in estate per richiudere subito dopo. Nel 2021 si va al cinema col green pass ma le sale sono praticamente deserte: gli spettatori sono decimati dalla pandemia e non mancano solo quelli che non hanno il green pass; fra quelli che ce l’hanno non tutti ritengono opportuno, o necessario, tornare al cinema, e i pochi volenterosi spettatori rimasti sono ulteriormente scoraggiati dall’obbligo della mascherina FFP2. I film usciti in sala passano subito sulle piattaforme web e in tv.

Il cinema carcerario è un genere che a Hollywood è una vecchia e assai frequentata tradizione con dei veri e propri filoni di sottogeneri: il carcerario femminile, il carcerario giovanile, le colonie penali coi lavori forzati, il genere dei condannati a morte e quello delle grandi evasioni, e vengono subito in mente titoli come “Papillon” e “Fuga da Alcatraz”. Negli USA il cinema carcerario esiste sin dai tempi del muto ed ebbe un ulteriore impulso già a partire degli anni ’30 con l’avvento del sonoro, ma soprattutto in seguito a due importanti rivolte carcerarie nel 1929 che ispirarono anche dei lavori teatrali oltre a un dibattito pubblico sulla necessità di una riforma carceraria.

“Convinct 13” di e con Buster Keaton, 1920, distribuito da noi come “Salterello e la forca elastica”

Da quel momento in poi ci fu quasi una gara fra gli studios, e dei registi all’interno degli studios, nel produrre il film più originale e di successo, spesso a braccetto coi genere gangsteristico avendo lo stesso tipo di protagonisti, e il filone andò così bene che dal 1930 al 1939 vennero prodotti più di 70 film. A oggi non c’è divo che non si sia misurato con questo genere, che per la sua natura di contenitore di varia umanità finisce con l’abbracciare molti altri generi, comprese le parodie, e viene in mente “Muraglie” del 1931 con Stanlio e Ollio. In tempi recenti il prison movie si è arricchito anche della versione fantascientifica con prigioni e fughe spaziali, “Alien 3” come titolo su tutti. Mentre il sottogenere del carcerario femminile ha dato vita a partire dagli anni ’70 a un filone mondiale soft porno basato sul nudo, il sesso, il lesbismo e il sado-voyerismo.

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Nel cinema italiano mi vengono subito in mente “Nella città l’inferno”, 1959, con Anna Magnani e Giulietta Masina regia di Renato Castellani, e “Teresa la ladra”, 1973, con Monica Vitti diretta dal direttore della fotografia e allora suo compagno Carlo Di Palma. Ma non si può tralasciare “Sciuscià” del 1946 di Vittorio De Sica, prima di saltare al 1971 col capolavoro di Nanni Loy “Detenuto in attesa di giudizio” con Alberto Sordi; mentre arriviamo alla seconda metà degli anni ’80 con “Il camorrista” di Giuseppe Tornatore e “Mery per sempre” di Marco Risi. Più recente è il bellissimo “Cesare deve morire” di Paolo e Vittorio Taviani che ha riportato il premio berlinese Orso d’Oro al cinema italiano dopo ben 19 anni.

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Il non più giovane Leonardo Di Costanzo, classe 1958, ha scritto “Ariaferma” insieme allo sceneggiatore-regista Bruno Oliviero, e a Valia Santella recentissima vincitrice del David di Donatello per la sceneggiatura di “Il traditore” di Marco Bellocchio, discusso bel film su Tommaso Buscetta, e siamo quindi in argomento; il film segna un altro importante punto nel cinema carcerario italiano, mentre sul piano personale del suo autore segna un ulteriore passo nel suo percorso cinematografico sul confronto di vite sospese in ambienti circoscritti. David di Donatello come Miglior Regista Esordiente nel 2013 con “Intervallo”, ha continuato con “L’intrusa” che gli ha portato altri premi nel 2018, e adesso mette insieme per la prima volta due nomi di punta, Silvio Orlando come anziano camorrista e Toni Servillo come capo guardia carceraria, in un rigorosissimo cast che schiera attori di vaglia come Fabrizio Ferracane che è l’altro capo guardia, Roberto De Francesco che è l’amministrativo della struttura, e Salvatore Striano che da ex manovalanza camorrista già vero detenuto, essendosi appassionato in carcere al teatro e alla recitazione è rinato a nuova vita debuttando al cinema in “Gomorra” di Matteo Garrone e poi protagonista di “Cesare deve morire”. Un altro importante ruolo, quello del giovane scippatore in attesa di giudizio, va al debuttante Pietro Giuliano. Completano il cast nei ruoli più definiti Nicola Sechi, Leonardo Capuano, Antonio Buil, Giovanni Vastarella e Francesca Ventriglia unica donna nel ruolo della direttrice del carcere.

Il progetto del panopticon del 1791

Coprodotto dalla Rai con il sostegno della Sardegna Film Commission il film, ambientato nell’immaginario Mortana, è stato girato nell’ex carcere di San Sebastiano di Sassari, una moderna (all’epoca) struttura ottocentesca costruita secondo i canoni del panopticon, sorta di carcere ideale progettato alla fine del ‘700 dal filosofo e giurista inglese Jeremy Bentham, dove un solo sorvegliante al centro di una stanza circolare poteva osservare (opticon) tutti (pan) i detenuti; il termine deriva dal greco Argo Panoptes, un gigante dotato di un centinaio di occhi che dormiva chiudendone cinquanta per volta, quindi il migliore in assoluto dei sorveglianti. Va da sé che questo tipo di struttura che ottimizza le prestazioni del controllore sui controllati ha ispirato numerosi narratori e filosofi tra cui Michel Foucault e George Orwell, ed è diventata il simbolo del potere che pervade e controlla dall’interno la stessa massa da controllare, non più ponendosi in alto o all’esterno.

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E difatti la sala circolare al centro della vecchia struttura, in dismissione nel racconto cinematografico, diventa teatro della poetica – sì proprio poetica – di Leonardo Di Costanzo, il quale mette a confronto guardie e carcerati in una situazione al limite – una forzata convivenza in uno spazio ancora più ristretto al centro dell’enorme struttura in via di chiusura, il panopticon appunto – poiché per l’ultima dozzina di detenuti è saltato il trasferimento a struttura da destinarsi e restano, controllata da un manipolo di sorveglianti, in attesa della nuova ricollocazione; situazione al limite che fa saltare tutte le regole e che, oltre a mettere a confronto guardie e ladri che si spogliano delle loro divise per confrontarsi come esseri umani, mette a confronto, e in discussione, anche le diverse anime del controllore qui sintetizzate nelle figure degli ispettori più anziani impersonati da Toni Servillo e Fabrizio Ferracane: il primo fa leva sul buon senso e si adatta al meglio per gestire l’inedito momento di passaggio, il secondo resta fermo ai rigori del regolamento e della divisa.

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Ma i giochi di ruolo “poliziotto buono e poliziotto cattivo” e “poliziotto e camorrista” finiscono qui, e se in altre cinematografie il racconto avrebbe preso pieghe più tragiche e spettacolari, nel racconto di Di Costanzo si contiene e i confronti sono asciutti, i dialoghi benché profondi si mantengono essenziali e senza retorica, e nonostante l’azione sembri procedere verso l’inevitabile disastro e un catartico dramma finale, a Di Costanzo non interessa solleticare le aspettative dello spettatore medio e si ferma dove ragionevolmente sembrerebbe impossibile fermarsi, non cede nulla in facile spettacolo e muscolari virili scontri, e con una vena di inatteso ottimismo ci fa capire che il buon senso è il modo migliore per confrontarsi. Un film riuscitissimo e spettacolare anche nel suo minimalismo, esemplare, da autore che non vuole compiacere perché ha già tracciato la sua strada nella nostra cinematografia e non cerca facili consensi.

Presentato fuori concorso al Festival di Venezia, il film è uscito nelle sale a ottobre 2021 e secondo la classifica (parziale, perché interna al sito) di Cineforum è al terzo posto fra i migliori incassi del 2021 (dopo “Drive My Car” di Ryûsuke Hamaguchi e “Marx può aspettare” di Marco Bellocchio, e seguito dal celebrato “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino fermo al quarto posto); conteggiando anche le piattaforme digitali a pagamento “Ariaferma” ha incassato 775 mila euro, non male dati i tristi tempi. È Presentato come “The Inner Cage” sul mercanto statunitense e si aspettano e meritati ulteriori sviluppi.

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