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La famosa invasione degli orsi in Sicilia

E’ del 2019 questo cartone animato da recuperare, che gli adulti dovrebbero vedere insieme ai bambini, non perché sia un film anche per adulti ma perché le origini di questo film sono adulte e andrebbero spiegate ai bambini man mano che la storia scorre. Se poi la si volesse leggere insieme, tanto meglio, perché il film viene da un romanzo che a sua volte viene da una pubblicazione sul Corriere dei Piccoli.

Corrierino e Giornalino: La famosa invasione degli orsi in Sicilia

1945. Dino Buzzati pubblica a puntate, da lui stesso illustrata, la favola in cui si racconta di un gruppo di orsi… Ebbene sì, tutte le critiche e i resoconti usano il termine gruppo, che si usa per gli umani, e non branco come sarebbe giusto per gli orsi, perché questi orsi parlano e hanno sentimenti umani, anche migliori degli umani. Dunque, il gruppo di orsi su cui regna Re Leonzio (curioso nome da dare un orso dato che rimanda al leone) durante un inverno molto rigido in cui scarseggia il cibo, incitano il loro re a scendere a valle verso il Granducato di Sicilia per chiedere pacificamente agli umani aiuto e sussistenza. L’altra grande ragione per cui Re Leonzio acconsente è per cercare il figlio Tonio rapito anni prima dai cacciatori. Ma gli umani sappiamo come sono fatti: il vanesio Granduca fraintende le ragioni pacifiche degli orsi e manda loro incontro l’esercito…

La Famosa Invasione degli Orsi in Sicilia - Minerva Auctions

“E così cominciò, in un’atmosfera di meravigliosa allegria, il regno degli orsi, del quale purtroppo si è venuti a conoscere poco o niente. Invano abbiamo interrogato in proposito vecchi cantafavole e professori di storia, abbiamo frugato per anni le più venerande biblioteche: non una parola, non la minima notizia. Noi però continuiamo a cercare: chissà che un giorno o l’altro non si venga a sapere anche questa antica storia.” Conclude Buzzati sul Corriere dei Piccoli, e il chissà che un giorno del narratore ha ben ragione d’essere dato che solo un mese dopo le pubblicazioni riprendono con il titolo “Vecchi orsi, addio” continuando la storia che si era conclusa con la pacifica convivenza di orsi ed umani, e che riprende con oscuri presagi: gli orsi si sono corrotti assumendo comportamenti e vizi umani… Ma questa seconda parte non si conclude perché la pubblicazione viene interrotta alla penultima puntata: il Corriere dei Piccoli già risente della concorrenza dei fumetti americani, di Flash Gordon e di Mandrake, e inoltre, con la caduta di Mussolini il comando alleato impose alle testate giornalistiche un segno di discontinuità, dato che pur di sopravvivere i giornali avevano soggiaciuto ai dettami del regime fascista; così Il Corriere della Sera diventò Corriere dell’Informazione e il suo inserto Corriere dei Piccoli cambiò nome in Giornale dei Piccoli, a un mese esatto di assenza dalle edicole. Dal nuovo giornalino spariscono tutti i personaggi storici, a cominciare dal Signor Bonaventura di Sergio Tofano fino agli orsi di Dino Buzzati. Ci consola sapere che un anno dopo i giornali ripresero possesso dei loro nomi e delle loro identità e il Signor Bonaventura tornò insieme agli altri, ma non la favola di Buzzati.

Lo scrittore e illustratore, nonché giornalista e poeta, drammaturgo e librettista, pittore scenografo e costumista, aveva pubblicato con Rizzoli l’intera favola raccolta in volume che da lì in poi visse di vita propria fino a diventare, nei nostri anni, lettura per le scuole. Nel 1965 il Teatro Colla di Milano ne fece un adattamento teatrale per burattini e attori e dello scorso anno è il film a cartoni animati su cui il fumettista Lorenzo Mattotti ha lavorato per sei anni, curandone, oltre i disegni, la sceneggiatura con i francesi Thomas Bidegain e Jean-Luc Fromental e firmando la sua prima regia cinematografica.

Ripensare Buzzati. Lorenzo Mattotti e La famosa invasione degli orsi -  Limina | Rivista Culturale Online
Tavola preparatoria di Lorenzo Mattotti

Per la parte grafica si è voluto mantenere il più possibile fedele ai disegni di Buzzati senza perdere però libertà creativa. Mattotti ha voluto che gli scenari, molto belli, richiamando i paesaggi mediterranei non eccedessero in verosimiglianza, per mantenere il film in un’atmosfera fiabesca e senza tempo, di modo che le generazioni future, quando vedranno il film, non avranno punti di riferimento temporali per una storia animata che abbia lunga vita. Fa pensare, e anche commuove, il pensiero che un artista che ha lavorato per sei lunghi anni a un progetto, desideri che il suo lavoro non vada perduto nel giro di una generazione. E il film davvero non merita l’oblio.

La famosa invasione degli orsi in Sicilia, Clip dal film di Lorenzo Mattotti  | Video | Movietele.it

Coprodotto da Rai Cinema e Indigo Films con la francese Prima Linea Production è costato 11 milioni di euro; è uscito in Italia nel novembre 2019 e ha incassato solo 410 mila euro, e oltre che in Francia è uscito a febbraio 2020 solo in Spagna, incassando in totale 1 milione e 850 mila euro, meno del dieci per cento del costo. Non sapremo mai quanto c’è di disinteresse dei mercati e quanto di forzata chiusura dei cinema per pandemia, ma è un segnale che il film passi in chiaro e non a pagamento in tv e altre piattaforme. Sta di fatto che lo studio Prima Linea Production ha chiuso per bancarotta. Parzialmente consola che il film, inserito nel BiFest 2020, il Bari International Film Festival, svoltosi lo scorso agosto con pubblico in mascherina e a distanza di sicurezza, al termine della proiezione ha ricevuto ben 10 minuti di applauso, fatto che non accadeva dal 2018 in occasione della proiezione di “Nuovo Cinema Paradiso” per il suo trentennale.

Giro d'Italia Letterario un appuntamento da non perdere, Buzzati e la sua  favola per grandi e piccini...LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA -  Paperblog

La mia personale considerazione è che il disinteresse per il film, sia del pubblico italiano che dei distributori esteri, sia dovuto a una pervasiva diseducazione culturale che ci ha appiattiti tutti sugli stili e le tematiche americane, dalla nuova Disney alla Dreamworks alla Pixar, e in seconda ipotesi sui manga giapponesi e tutto il cartoonism orientale, senza dimenticare la grafica iperrealistica dei video games. “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” è troppo italiana per i nostri ragazzi, e troppo retrò per tutti; vi si parla addirittura di un Gatto Mammone, figura mitica della nostra tradizione contadina, e il mago di corte De Ambrosiis non ha niente che vedere con Mago Merlino e i suoi derivati magicians d’oltreoceano. La narrativa fantastica di Dino Buzzati, definito il “Kafka italiano” per la ricchezza della sua letteratura surreale e magica, si rifà ai racconti che deve aver sentito da bambino, e lui, nato nel 1906, ha potuto attingere ai racconti orali ottocenteschi. Anche gli orsi di Sicilia non sono mera invenzione, poiché appartengono alla fauna estinta dell’isola ed erano di casa sui Monti Nebrodi del messinese, città in cui Buzzati visse come inviato di guerra e operatore militare: non si esclude quindi che abbia studiato anche la storia del territorio.

Brevi note su Lorenzo Mattotti. Classe 1954 pubblica i suoi primi fumetti nel ’75 su testate francesi, è dunque antica la sua collaborazione con i cugini d’oltralpe e attualmente risiede a Parigi. In Italia pubblica su Lotta Continua e poi su Linus. Disegna bozzetti per la pubblicità di alcuni marchi famosi e crea copertine per Le Monde, Cosmolitan, Vanity Fair, Glamour, The New Yorker. Nel 2004 realizza i pannelli di collegamento fra i tre episodi del film “Eros” firmato da Michelangelo Antonioni, Wong Kar-wai e Steven Soderbergh; nel 2007 partecipa al film d’animazione collettivo “Peur(s) du noir”; nel 2012 si occupa delle sequenze animate del film tv di Charles Nemes “Il était une fois… Peut-être pas” e l’anno successivo realizza gli sfondi e i personaggi del film d’animazione “Pinocchio” di Enzo D’Alò.