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Mai dire mai – lo 007 apocrifo

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Prima che un film è un prodotto, nato dalla volontà di rivalsa dello sceneggiatore, qui anche produttore, Kevin McClory che insieme a Ian Fleming (e Jack Whittingham, fra parentesi perché non agirà in prima persona) aveva scritto la sceneggiatura di “Thunderball”, da noi “Operazione Tuono”, ma Ian Fleming, sempre alla ricerca di soldi e di fama, trasformò la sceneggiatura in un romanzo che pubblicò solo a suo nome. “Thunderball” avrebbe dovuto essere il primo film della serie ma McClory aveva intentato causa a Fleming e la EON Production di Broccoli & Saltzman partì con “Licenza di uccidere”, e dal romanzo “Thunderball” verranno realizzati due film; la corte aveva stabilito che i diritti del romanzo andassero a Ian Fleming e quelli del film ripartiti fra i tre, così nel 1965 venne realizzato il film della serie, il quarto con Sean Connery. Ma Kevin McClory restò dell’avviso di essere stato truffato e continua le azioni legali finché le vince e nel 1983 esce con questo film che non potendo intitolarsi di nuovo “Thunderball” avrebbe dovuto intitolarsi “James Bond of the Secret Service”, ma la EON fece causa a sua volta, vincendo, perché quel titolo richiamava “Al Servizio Segreto di Sua Maestà” e così fu cercato un nuovo titolo.

Dopo il quinto film, “Si vive solo due volte”, Sean Connery aveva detto basta, salvo poi tornare con “Una cascata di diamanti” per sostituire la parentesi George Lazenby, e in questo caso tornò a dire basta, anzi meglio, in diverse interviste dichiarò “Never again!” mai più. Così quando tornò, la produzione gli fece lo scherzo, ampiamente condiviso dall’attore, di intitolare il film “Never Say Never Again”, “Mai dire Mai”.

Il 63enne Sean Connery si rimise il parrucchino per ben 3 milioni di dollari, 7 attuali, più i diritti, e rifece il film che aveva fatto 18 anni prima ma giocando sul suo stesso invecchiamento, così il film comincia con “M” – qui interpretato dallo stiloso Edward Fox – che lo manda a restaurarsi in una clinica specializzata, dove ovviamente si porta a letto la massaggiatrice, e al cibo salutare che lei gli offre lui ricambia con le scorte che aveva in valigia: dell’ottimo fois gras, come chiaro segno di sberleffo al collega antagonista Roger Moore che da animalista convinto voleva abolirlo dalle tavole.

Alla regia fu chiamato Irvin Kershner che un paio d’anni prima aveva diretto Connery in “Una splendida canaglia” ma soprattutto si era imposto all’attenzione come valido regista di “secondi episodi” a cominciare da “La vendetta dell’uomo chiamato cavallo” ma soprattutto “L’Impero colpisce ancora”, secondo episodio di “Guerre Stellari”; e dopo questo “Mai dire mai” che di fatto è un “Thunderball 2” dirigerà “Robocop 2” nel 1990, suo ultimo film a causa di una lunga malattia che lo porterà via nel 2010.

il cast è di prestigio: c’è la figurazione di lusso di Max Von Sydow nell’abbastanza ridicola figura di capo della S.P.E.C.T.R.E. che non si separa mai dal suo gatto d’angora; e come cattivissimo ungherese Maximilian Largo (nell’originale era l’italiano Emilio Largo interpretato da Adolfo Celi) c’è l’austriaco Klaus Maria Brandauer che l’anno prima si era imposto al mondo intero col bellissimo e premiatissimo “Mephisto” diretto dall’ungherese István Szabó.

Barbara Carrera Never Say Never Again | James bond girls, James ...

Sua longa manus è l’altrettanto cattivissima ma super glamourous Fatima Blush interpretata dalla bellissima centroamericana Barbara Carrera che in quegli anni ’80 avrà il maggior successo cinematografico.

Una vita da Kim Basinger: non solo 9 settimane e 1/2

Nel ruolo della Bond Girl ufficiale, Domino, c’è un’altra bellezza, antitetica, la bionda “ghiaccio bollente” Kim Basinger qui al suo terzo film (non aveva mai visto uno 007!) e che arriverà alla fama internazionale tre anni dopo con “9 settimane e ½” di Adrian Lyne: anche lei, come il suo collega Mickey Rourke e la già citata Barbara Carrera, daranno il meglio solo in quegli anni ’80, con delle carriere che in seguito vedranno le loro presenze diradate e successi di tono minore.

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A completare il cast principale un’altra presenza cult: l’allora debuttante Rowan Atkinson, comico televisivo nel ruolo brillante di un agente di supporto a cui James Bond/Sean Connery guarda con malcelata critica, sia da agente segreto che da attore supervalutato; nel 1990 creerà per la tv la stralunata figura di Mr Bean che lo farà conoscere nel mondo e che poi riproporrà al cinema, insieme al nuovo personaggio di Johnny English in cui prenderà in giro proprio l’agente segreto 007.

Il film, rivisto oggi, nonostante il cast e la regia, risulta piatto, eccezion fatta per un paio di scene di azione, soprattutto quella subacquea in cui 007 è inseguito dagli squali fra i meandri di un relitto sommerso, e la sensazione generale è che non fosse un film necessario, che non aggiunge nulla e nulla toglie allo 007 di serie, che il senso della sua realizzazione è proprio tutta nell’antefatto che però rimane sconosciuto al grande pubblico e, in conclusione, al cachet di Sean Connery che, secondo una recente lista di “People With Money” rimane l’attore meglio pagato al mondo, prendendo in considerazione vari fattori come le retribuzioni anticipate, la partecipazione agli utili, i residui, ecc. Si calcola che il suo fatturato annuo si aggiri sugli 82 milioni di dollari su un patrimonio netto stimato di 245 milioni. Una fortuna dovuta a intelligenti investimenti azionari, proprietà, accordi di collaborazione con la casa di cosmetici “CoverGirl”. Connery possiede anche la catena di ristoranti “Le pizze di Papà Sean” a Londra, e la squadra di calcio “Gli Angeli di Edimburgo”; ha anche lanciato un suo marchio di Vodka “Pure Wonderconnery – UK”, e sta affrontando il mercato dei ragazzi con un profumo di successo “Da Sean con Amore” e una linea alla moda chiamata “Seduzione by Sean Connery”.

Nella sua lunga fortunata e assai diversificata carriera che seguì a 007, basta ricordare “il nome della rosa” del 1986 dal romanzo sempreverde di Umberto Eco, diretto da Jean-Jacques Annaud, e l’anno seguente “Gli Intoccabili” di Brian De Palma che gli valse Oscar e Golden Globe come non protagonista. Nell’ultima intervista rilasciata, nel 2005, dichiara di aver rifiutato il ruolo di Albus Silente in “Harry Potter” e quello di Gandalf in “Il Signore degli Anelli” perché non aveva creduto in quei progetti; poi aggiunge di volere abbandonare la recitazione dichiarando di essere “stufo degli idioti”, rivelando così che la vecchiaia si era impadronita della sua mente. Sempre nel 2005 sarà di nuovo James Bond, ma solo in voce, doppiando il videogioco “Dalla Russia con amore”, che rimarrà la sua ultima interpretazione.

Sean Connery & Michael Caine (con immagini) | Annie leibovitz ...

secondo un’indiscrezione del fraterno amico Michael Caine – un’altra star inglese molto attenta nella gestione del capitale – Connery soffrirebbe di Alzheimer, infatti non lo vediamo più sullo schermo dal suo ultimo film del 2003 “La Leggenda degli Uomini Straordinari”. Il suo portavoce, o comunque il portavoce della sua famiglia, smentisce la notizia della malattia degenerativa e ci tiene a salvaguardare l’immagine del divo, anche nell’interesse delle tante lucrose imprese messe in piedi a suo nome. Il 25 agosto Sean Connery compirà 90 anni e moltissimi suoi fan attendono ancora il suo ritorno sullo schermo: il mito vive e vivrà.

Michael Caine: «Sean Connery malato di Alzheimer: non ha più il ...