Un film che gioca con la memoria, immediatamente assimilabile per mezzo della figura paterna centrale nel racconto, all’opera prima di Marco Mancini “Non odiare”, anch’esso con un protagonista premiato a Venezia 2020 con il collaterale Premio Pasinetti, Alessandro Gassmann. Ma raccontati sul filo della memoria abbiamo recentemente anche visto due film al femminile e siciliani: l’onirico “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante e “Picciridda” di Paolo Licata – come se una buona fetta dei nuovi cineasti italiani sentisse la necessità di ridefinire il presente, e la nostra identità umana e sociale, attraverso il passato, qualsiasi esso sia stato e da qualsiasi punto di vista oggi lo si guardi.
![Johannes Bückler в Twitter: "Il vicequestore Alfonso Noce uscì ferito quindi si parlò di un attentato fallito. Ma qualcuno ci aveva lasciato la pelle. Un povero onesto lavoratore. E questo mio ricordo](https://pbs.twimg.com/media/EgCz1-gWoAAfJiu.jpg)
“Padrenostro” si ispira a un fatto accaduto nel 1976: l’attentato al vicequestore Alfonso Noce, padre del regista, da parte dei Nuclei Armati Proletari, in cui Noce rimase solo ferito mentre persero la vita un poliziotto e un terrorista. Ma Claudio Noce parte dalla storia vera per raccontare una favola, un punto di vista narrativo che da quel fatto tragico procede in un racconto di formazione e, soprattutto, di pacificazione.
![Pinocchio and Lucignolo – Glenda Vaccaro – Bessarte](https://www.bessarte.it/wp-content/uploads/2019/08/0199-glenda-vaccaro-dipinto-painting-pinocchio-lucignolo.jpg)
Il punto di vista è quello del dodicenne Valerio, figlio del vicequestore Delle Rose che dalla finestra assiste all’attentato, e già in questo l’autore opera una trasfigurazione, in quanto all’epoca lui aveva solo due anni e fu il fratello maggiore ad assistere alla sparatoria. la favola continua con un novello Lucignolo, l’enigmatico Christian di due anni più grande, che avvicina il Pinocchio-Valerio per condurlo in un paese dei balocchi che non c’è, come l’isola di Peter Pan, un mondo alternativo a quello degli adulti fatto di patti infantili, piccoli segreti e innocenti monellerie, in cui si evidenziano la misteriosa ed amara solitudine dell’orfano Christian, ancora una volta assimilabile a un personaggio classico delle favole, l’orfano Oliver Twist, che osserva e invidia il perfetto quadro familiare dei Delle Rose in cui pian piano si introduce, e non si sa con quali intenzioni. Come nelle favole il racconto cinematografico fa leva sulla nostra sospensione dell’incredulità, e noi facciamo finta di non chiederci come mai un poliziotto, già vittima di un attentato, non si chieda chi sia quel nuovo amico del figlio e non indaghi l’identità del ragazzo, e la sua provenienza. Per chi non avesse visto il film non svelerò qui questo mistero.
![Venezia77: “Padrenostro” con Pierfrancesco Favino vincitore della Coppa Volpi](https://www.nerospinto.it/images/63569-Award_Ceremony_-_VENEZIA_77_-_PADRENOSTRO_-_Pierfrancesco_Favino__5___Credits_La_Biennale_di_Venezia_-_Foto_ASAC__ph_Andrea_Avezz____1.jpg)
Pierfrancesco Favino ha vinto la Coppa Volpi ma c’è stato anche il premio collaterale Miglior capo macchinista a Raffaele Alletto. Notevoli le interpretazioni dei ragazzi Mattia Garaci come Valerio e Francesco Gheghi come Christian, senza dimenticare Barbara Ronchi nel palpitante ruolo della madre-moglie.
![Festival di Venezia, Pierfrancesco Favino travolgente al photocall di Padrenostro](https://static.sky.it/images/skytg24/it/spettacolo/cinema/2020/09/04/padrenostro-photocall-venezia-77-pierfrancesco-favino/05-padre-nostro-photocall-getty.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile-2x/aedf0bbc70cda2b81ea38607caf2d98a0bb3a7ec/img.jpg)
Fanno da cornice a questo racconto sospeso fra l’incanto di un punto di vista infantile e il ricordo di una tragedia, un antefatto e un epilogo in cui ai giorni nostri si ritrovano Valerio e Christian da adulti, con un abbraccio che cancella tutte le questioni sospese: le memorie personali e la memoria collettiva, i sensi di colpa e quelli di vendetta, il senso condiviso di inadeguatezza. Lo scenografo Paki Meduri si presta a dare il suo volto al Valerio adulto e Giordano De Plano è Christian. In conclusione un fatto biografico che intelligentemente diventa qualcos’altro, nella consapevolezza che qualsiasi biografia è sempre un racconto di fantasia, vuoi perché la memoria è naturalmente selettiva e vuoi perché ognuno sceglie di raccontarsi come meglio gli pare. Se ne conclude, rifacendosi a Pirandello, che la verità non può mai essere raccontata. E se poi diventa dichiaratamente una favola tanto meglio.
![PadreNostro - Lucca Cinema](https://www.luccacinema.it/wp-content/uploads/2020/09/padrenostro.jpg)