Archivio mensile:luglio 2016

George Clooney, uno e due

Grazie alla stagione cinematografica che ormai continua in piena estate (fino a vent’anni fa ancora non c’erano da noi le multisala di concezione americana e a maggio le sale andavano in chiusura estiva e il cinema continuava in seconda visione nelle arene all’aperto) ho potuto vedere uno di seguito all’altro “Money Monster” e “Ave, Cesare!” entrambi con la star George Clooney che non sbaglia mai un film, sia che siano blockbusters che, al contrario, film d’impegno civile e/o artistico. Qui siamo a un fifty-fifty perché il primo è un filmone tutto thriller e pathos che però denuncia il malaffare delle multinazionali che speculano in borsa, e questo giustifica anche la presenza in regia di Jodie Foster che in genere si impegna solo in progetti più personali.

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Clooney è la star televisiva cinica e superficiale che preso in ostaggio in diretta televisiva da un ragazzo che ha perso tutto giocando in borsa il gioco sporco che nessuno denuncia perché nessuno sospetta, farà i conti con la sua stessa realtà umana rivedendo al rialzo tutti i suoi limiti. Affiancato dalla sua regista tv amica/nemica interpretata dalla sua reale amica Julia Roberts che sempre volentieri si presta in ruoli di supporto che sappiano esprimere un valore artistico e morale. Il disperato bravissimo attentatore è l’emergente britannico Jack O’Connell che meriterebbe almeno una qualche candidatura a qualsivoglia premio. Il cattivo è un altro inglese, Dominic West, mentre l’irlandese Caitriona Balfe è la sua nemesi: Old England in grande spolvero. Vale la pena citare il cameraman di Lenny Venito, attore italo-americano a cui in genere fanno fare l’italo-americano sul grande e sul piccolo schermo.

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Altro fifty-fifty che pur andando bene al botteghino non ha riempito le sale, ed è un gran pecccato, è “Ave, Cesare!” dei fratelli Coen, Joel e Ethan, che fra capolavori e scivoloni firmano sempre film originali e di prestigio. Qui si divertono a rievocare e – come potrebbero fare altrimenti? – prendere in giro la Hollywood di sfondi cartonati degli anni ’50 con le star sotto ferreo contratto che gli studios si imprestavano come figurine sul tavolo da gioco: George Clooney è una di queste, Baird Whitlock, anche qui star vanesia e di poco spessore ma di grande e forse inconsapevole talento che deve il decollo della sua carriera a un infamante segreto perseguito dalle gemelle Thora e Thessaly Thacker, giornaliste scandalistiche in concorrenza fra loro e interpretate da Tilda Swinton. Ma Clooney è solo una delle star dello studio dove si girano più film contemporaneamente per la gioia di noi spettatori amanti o forse nostalgici di quel cinema dove gli effetti speciali erano artigianali: c’è la giovane star inconsapevole Hobie Doyle, interpretato dal praticamente sconosciuto Alden Ehrenreich che con talento multiforme fa il giovane vaccaro texano che avendo un bel faccino e cantando bene le sue ballate accompagnandosi alla chitarra ha fatto carriera negli studios anche senza saper recitare né men che meno parlare decentemente, e il doppiatore italiano Davide Perino fa un gran lavoro per inventarsi una cadenza che è anche un birignao. Il personaggio è chiaramente disegnato sulla figura di Roy Rogers. Altra star degli studio è DeeAnna Moran ispirata alla star acquatica Esther Williams qui rivisitata come dispotica cinica e volgare e interpretata da Scarlett Johansson. Ma c’è anche il marinaio ballerino acrobata alla Gene Kelly interpretato da Channing Tatum.

Tutta la baracca è mandata avanti dal produttore Eddie Mannix, interpretato da Josh Brolin, vero protagonista del film: figura onesta e tormentata da dubbi morali, che apre e chiude il film in un confessionale, dato che si confessa ogni giorno, tentato dal Male qui impersonato dalla Lockheed, unico nome reale in tutto il film, che nella memoria collettiva si è impresso come un grande scandalo economico: grande sberleffo dei Fratelli Coen che si divertono a prendere in giro tutti ma puntano il dito solo da questa parte.

Altri interpreti in ruoli di contorno o quasi da generico, più o meno accreditati in locandina in base al credito commerciale: come registi degli studios abbiamo Ralph Fiennes (accreditato) e Christopher Lambert (invecchiatissimo e non accreditato). Poi Frances McDormand, Jonah Hill, Veronica Osorio, Heather Goldenhirsh, Clancy Brown, Jack Huston. Ma ci sono altri nomi che abbiamo visto protagonisti in serie tv e che qui fanno praticamente le comparse: si vede che i Coen fanno curriculum!

Solo per i curiosi del dettaglio: in entrambi i film George Clooney indossa un solo costume, nel primo perché si svolge in tempo reale e nel secondo perché… non gli danno tempo di cambiarsi.