Archivio mensile:novembre 2014

Il giovane favoloso

Mi porta fuori strada e rimane per me un mistero il titolo: Il Giovane Favoloso, che comunque funziona e resta impresso nella memoria. Ma sento che è fuori contesto, essendo “favoloso” un termine moderno rispetto al linguaggio di Leopardi e all’italiano desueto e rigoroso con cui è scritto il film: viene da quel “fabulous” che i gay americani hanno adottato come aggettivo di meraviglia e che è arrivato, con le stesse caratteristiche, anche in Italia. Peraltro nel suo significato da dizionario italiano “favoloso” viene da “favola” e sta per mitico, leggendario, immaginario con tutte le accezioni possibili e immaginabili, aggettivi che apparentemente nulla hanno a che vedere col giovane Leopardi. Benché favolose, nel senso di immaginifiche, siano le sue liriche…

Il film, diretto da Mario Martone che lo ha scritto con Ippolita Di Maio, è quasi un miracolo: lo si intuisce difficile e lo si scopre scorrevole, ci si aspetta un film letterario e pur senza deludere è anche un film emozionante. Oltre alla eccellente scrittura il merito è di Elio Germano che infila un’altra perla nel filo delle sue magistrali interpretazioni. Mi dispiace che a Venezia non abbia avuto la Coppa Volpi come migliore attore e aspetto di vedere il vincitore Adam Driver che con Alba Rohrwacher ha fatto la doppietta per il film di Saverio Costanzo “Hungry hearts”. Sicuramente Elio Germano potrà rifarsi ai David di Donatello anche perché il film sta andando molto bene al botteghino e si sa che quel premio è sensibile ai risultati economici dato che spesso si è inventato premi per film mediocri ma di cassetta.

Elio Germano dà voce alle più importanti liriche di Leopardi con quella naturalezza senza enfasi che si dovrebbe insegnare sin dai banchi di scuola, così come tutto l’eccellente cast recita un italiano aulico con grande naturalezza laddove ci stiamo abituando al biascicare e al birignao di sedicenti attori e attrici che non hanno naturalezza neanche con le frasi fatte delle sceneggiature televisive. Non a caso i principali interpreti vengono dal teatro: Massimo Popolizio è il padre conte Monaldo Leopardi, grande studioso e illuminato pur nel suo assai rigoroso conservatorismo; Paolo Graziosi il vecchio zio marchese, vera anima conservatrice retaggio di un’epoca, l’Ottocento, ormai alla fine; Raffaella Giordano come rigida madre anaffettiva; ma anche Michele Riondino nei panni dell’amico Antonio Ranieri, di cui Leopardi osserva e invidia la bellezza virile e il successo con le donne, quelle donne che lui non conoscerà mai carnalmente a causa della sua salute cagionevole che negli anni gli piega le ossa e lo indebolisce, e del suo spirito eletto e geniale che diventa il suo unico punto di vista sul mondo, non scevro da una forte dose di ironia e da una necessaria voglia di ribellione che lo porterà alla fuga da Recanati per il mondo allora possibile: Firenze, Roma, Napoli. Altri interpreti: la francese Anna Mouglalis come musa ispiratrice di vita e amante del suo amico Ranieri, Isabella Ragonese ed Edoardo Natoli come suo fratelli, Valerio Binasco come il poeta Giordani che lo ispira alla fuga fisica e intellettuale, Iaia Forte come padrona di casa napoletana un po’ vaiassa.

L’intero film, ricco di bellissime inquadrature che fanno da preciso contrappunto alle bellissime parole di Leopardi, sempre troppo poco lette perché troppo male studiate, risulta oltre che scorrevole anche commovente nel raccontarci la vita priva di avventure e ricca di – necessaria? inevitabile? – interiorità di uno spirito eletto che ha lottato per l’intera esistenza con le scatole cinesi in cui era racchiuso: la famiglia anaffettiva, la casa paterna, Recanati, il suo corpo inadatto alla vita – in contrapposizione al suo spirito sempre troppo oltre rispetto al mondo che lo racchiudeva.

E forse in conclusione trovo il mio senso al titolo “favoloso”: in quel finale d’Ottocento il giovane Leopardi è stato così moderno che oggi lo si potrebbe soltanto definire così, con un pizzico di arroganza e di allegria che non gli sarebbero dispiaciuti: un giovane davvero favoloso!